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Mittente |
Testi Fulvio |
Destinatario |
Serbelloni Fabrizio |
Data |
26/12/1618 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Milano |
Luogo di arrivo |
Milano |
Incipit |
Mi trovo in Milano tutto svelto e contento per essere ben veduto e melio trattato |
Contenuto e note |
Testi informa il conte Serbelloni di trovarsi a Milano, accolto di buon grado dalla sorella e dal cognato che non gli fanno mancare nulla. Si mostra contento di essere arrivato, anzi, afferma che sarebbe stato molto meglio essere venuto prima, lasciando "li guai a chi tochano". Infatti non ha nessuna preoccupazione se non quella di aver lasciato la cognata e gli altri parenti, fatta eccezione della nipote, con cui non vuole aver a che fare. Deve mandare quanto prima alla propria cugina, moglie di don Giacopo [?] una scatola contenente un paio di fibbie d'acciaio per le scarpe, come lei gli aveva richiesto. Riporta i saluti della sorella, ai quali unisce i suoi, pregando il conte di riverire anche il signor Francesco [?] con i suoi figli. Prosegue affermando di essersi informato riguardo il signor Frige [?]: ha scoperto che è già partito per Lione e che i suoi parenti sono dozzinali mercanti di seta, dal momento che, in bottega, non hanno denaro per più di sei o settemila scudi. Si avvia a concludere ricordando al conte di essere disponibile a ogni suo comando e rassicurandolo sul fatto che presto gli manderà della cioccolata. Lo prega infine di prepararsi a fare un quadro per una bella giovane e di riverire per lui, ancora una volta il signor Francesco, cognato del Serbelloni e cugino del Testi. |
Fonte o bibliografia |
Fulvio Testi, Lettere, a cura di Maria Luisa Doglio, Bari, Laterza, 1967, vol. I, pp. 12 |
Compilatore |
Ghelfi Laura |
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