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Mittente |
Testi Fulvio |
Destinatario |
Lettori |
Data |
23/7/1613 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Modena |
Luogo di arrivo |
Modena |
Incipit |
Andavano, cortesi lettori, queste mie poche Rime sparse d'intorno |
Contenuto e note |
Epistola ai lettori della prima raccolta di rime ['Rime', Venezia, Gio. Batt. Ciotti, 1613]. Ha composto le sue "poche rime sparse" più per assecondare la sua natura che per ottenere fama e gloria. Alcuni di questi componimenti, qualche mese prima, erano stati stampati in una scelta di poesie [Alessandro Scaioli, 'Parnaso dei poetici ingegni', Parma, Viotti, 1611], ma con imperfezioni, manipolazioni e, in alcuni casi, addirittura con nome diverso dal suo. Testi si risolve quindi a pubblicarle per dissipare ogni dubbio di paternità: da buon padre egli deve infatti soccorrere i suoi "figli rubati e lacerati". Chiede poi ai lettori di scusare le imperfezioni che troveranno: egli infatti è giovane e scrive spinto dalla natura, senza alcuno "studio". Conclude, infine, specificando che l'uso di parole come "Paradiso" o "beato" o "dea" non è da intendersi in senso letterale, ma poetico e metaforico. Egli scrive da poeta ma crede da cattolico. |
Fonte o bibliografia |
Fulvio Testi, Lettere, a cura di Maria Luisa Doglio, Bari, Laterza, 1967, vol. I, p. 2 - 3 |
Compilatore |
Ghelfi Laura |
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