Mittente Tasso Torquato Destinatario Cataneo Maurizio
Data 12/1586 Tipo data congetturale
Luogo di partenza Mantova Luogo di arrivo Roma
Incipit Tanto è il dolor ch'io sento del lungo tempo
Contenuto e note Torquato Tasso scrive a Maurizio Cataneo, dolendosi della mancata nomina a cardinale del patriarca di Gerusalemme [Scipione Gonzaga] e dicendo di conoscere, tra i nuovi, solamente [Girolamo] Della Rovere, per il legame con suo padre [Bernardo Tasso]. Esprime il desiderio di raggiungere il destinatario a Roma, non sa per quanto lungo soggiorno, e quello, però inattuabile, di potersi recare a Napoli e Sorrento. Descrive il suo stato d'infermità, individuando come maggior male la "frenesia", e la molteplicità di impegni della sua vita cortigiana per cui non potrebbe, pur volendo, dedicarsi alla letteratura. Si dichiara insofferente rispetto al suo stato di servitù al principe di Mantova [Vincenzo Gonzaga] e confessa di voler chiedere licenza, sebbene gli sia grato per la liberazione ricevuta [dalla prigionia in Sant'Anna] e non abbia i mezzi per sostentarsi: chiede, infatti, l'aiuto del destinatario e della città [di Bergamo]. Parla con affetto di un eventuale arrivo presso di lui di [Giovan Battista] Licino, anche se, visitandolo, si troverà a dover verificare la negatività della sua posizione all'interno della corte [di Mantova], in cui è trattato da estraneo da tutti, fuorché dal patriarca [di Gerusalemme, Scipione Gonzaga]. Ringrazia il destinatario poiché lo aggiorna relativamente allo stato dei suoi nipoti [Antonio Sersale e Alessandro Sersale] e dei suoi amici, tra cui Flaminio [De Nobili], Angelo [Grillo] e Cipriano [Saracinelli].
Fonte o bibliografia Le lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-55, num. 723, III, pp. 111-113. Delle Lettere Familiari del Sig. Torquato Tasso, Bergamo, Comino Ventura e Compagni, 1588, libro I, cc. 26r-27v.
Compilatore Fantacci Michela
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