Mittente Tasso Torquato Destinatario Grillo Angelo
Data 4/1587 Tipo data congetturale
Luogo di partenza Mantova Luogo di arrivo Genova
Incipit Tanti sono i capi de le due lunghe lettere
Contenuto e note Torquato Tasso risponde ad una lunga lettera di Angelo Grillo. Affronta per prima la questione della grazia richiesta invano alla corte imperiale, commentando la decisione attraverso un ragionamento argomentativo che contrappone il concetto di clemenza a quello di rigore e domandandosi per quale motivo la grazia a lui concessa dovesse essere intesa come una mancanza di rispetto nei confronti di un personaggio e una famiglia che rimangono anonimi [si tratta, probabilmente, di Alfonso II d'Este e, quindi, della famiglia d'Este]; contrappone, poi, nel corso della sua accusa, le autorità positive, rappresentate dal principe [di Mantova, Vincenzo Gonzaga] e dall'imperatore [Rodolfo II d'Asburgo], a quella negativa, rappresentata dal popolo. Smentisce la possibilità di attribuire la colpa del fallimento a mancanze di Ottavio Spinola. Chiede al destinatario di conservare le sue lettere, perché pensa di stamparle. Parla della proposta del destinatario di raggiungerlo a Genova passando per Bergamo e coglie l'occasione per ringraziare anche Agapito Grillo e Paolo Grillo per alcuni loro consigli ed offerte. Si scusa per aver dimenticato di inserire nella canzone in onore della famiglia Grillo [probabilmente 'Come da l'aureo sole è sparsa intorno', 'Rime', n. 1240] due cardinali e pensa di risolvere aggiungendo una stanza. Allega un sonetto che celebra la guarigione di Alessandro Spinola ['Nel più bel fior de gli anni alta fortuna', 'Rime', n. 1358. L'invio del sonetto era stato anticipato nella lettera num. 784 dell'edizione Guasti, datata 28 marzo 1587 e che inizia "A molte lettere mie oggi, ch'è il sabbato santo, ho avuta"]. Spiega di essere molto impegnato e di non rispondere per questo alle lettere di Giulio Guastavini e Paolo Foglietta; torna, inoltre, a pregare il destinatario che sproni Alessandro [Spinola] e Nicolò [Spinola] affinché scrivano ancora all'imperatrice [Maria d'Asburgo] per la questione della sua grazia. Ringrazia per la lettera inviata ad [Antonio] Costantini ed elogia la bellezza formale delle lettere del destinatario che, pur superando spesso anche le proprie per qualità, sarà felice di pubblicare per l'enorme affetto nei suoi confronti, pari a quello di Antonio [Sersale]. Comunica di star aspettando un alicorno [frammento di unicorno con valore superstizioso, come in Solerti, Vita, Torino-Roma, Loescher, 1895, vol. I, p. 595] e di non potergli inviare la sua tragedia ['Re Torrismondo'] perché ancora trattenuta dal principe [di Mantova, Vincenzo Gonzaga] nell'unica copia da lui posseduta, non avendo incontrato Vincenzo Reggio [cancelliere del duca di Mantova]. Manda particolari saluti a Paolo [Grillo].
Fonte o bibliografia Le lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-55, num. 794, III, pp. 183-185. Delle Lettere Familiari del Sig. Torquato Tasso, Bergamo, Comino Ventura e Compagni, 1588, libro I, cc. 18r-19v.
Compilatore Fantacci Michela
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