Mittente Tasso Torquato Destinatario Cataneo Maurizio
Data Tipo data assente
Luogo di partenza Ferrara Luogo di arrivo Roma
Incipit Quantunque Vostra Signoria non abbia potuto rispondere a quella parte
Contenuto e note Torquato Tasso, lamentandosi delle scarse risposte alle lettere di Maurizio Cataneo, lo ringrazia comunque della lettera inviatagli, sperando che possa essere il primo passo per ottenere la libertà. Afferma che cercherà di "avere l'audienza" del duca [Alfonso II d'Este, duca di Ferrara], indispensabile per partire, come anche "una valigia ed una piccola cassetta", necessarie per trasportare una parte dei suoi averi al monastero di San Benedetto [a Mantova], o a "San Domenico", o al "convento de gli Angeli". Precisa che lascerà nell'Ospedale "quattro casse di libri e d'altre robbe", ed in corte "razzi [due cieli da letto, due coperte turchesche guernite di taffetà, un tornaletto, due portiere] e curami" e "altri fornimenti", portando con sé solo quanto necessario per vivere, "una picciolissima parte" dell'eredità paterna e dei propria averi. Raccomandandosi a Cataneo e al cardinale [Giovan Gerolamo Albani], afferma di aver chiesto a Licino [Giovan Battista] una copia del "dialogo de la Nobiltà" ['Il Forno overo de la nobiltà'], composto durante la prigionia e ora da correggere, poiché contiene argomenti scomodi che gli impedirebbero di raggiungere, come vorrebbe, Roma o Napoli. Afferma di averlo stampato solo perché richiestogli da Ippolito Gianluca, e perché don Angelo Grillo gli promise per la stampa centocinquanta scudi, che gli erano necessari per sostentarsi, non avendo la provvigione ducale. Afferma che stampando "questa operetta" si inimicherà Roma e potrà contare solo su Cataneo, e né il dialogo della Nobiltà ['Il Forno overo de la nobiltà'], dedicato a Scipione Gonzaga, né il dialogo della Dignità ['De la dignità'] possono piacere "a' cavalieri ed a gli altri signori principali", né soprattutto a "don Orlando". Accusando la sua fortuna e rinnovando le richieste di aiuto, chiede che gli sia concesso un copista, perché impossibilitato a scrivere. Afferma che il dialogo ['Il Forno overo de la nobiltà'] dato a Giovan Battista Licino è di difficile comprensione, come lo sarà la versione emendata, in cui progetta di citare la famiglia del Cataneo, a cui perciò chiede infomazioni utili a riguardo. [Databile negli ultimi mesi della prigionia, nel 1586].
Fonte o bibliografia Le lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-55, num. 545, II, pp. 571-73. Delle Lettere Familiari del Sig. Torquato Tasso, Bergamo, Comino Ventura e Compagni, 1588, libro II, cc. 102v-103v.
Compilatore Olivadese Elisabetta
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