Mittente Tasso Torquato Destinatario Cataneo Maurizio
Data 9/1588 Tipo data congetturale
Luogo di partenza Monte Oliveto (Napoli) Luogo di arrivo Roma
Incipit Io sono stato dubbio s'io devessi rispondere a la lettera di Vostra Signoria
Contenuto e note Torquato Tasso scrive a Maurizio Cataneo di aver dubitato nel rispondere, temendo di conservare "l'apparenza de l'amicizia dannosa". Ricordando di essere gravemente malato da ormai dieci anni, di cui sette trascorsi in prigione, e tutte le sue disgrazie, Tasso lamenta di non aver mai ricevuto aiuto da Cataneo per la liberazione. Accusando poi la sua fortuna, quasi "idolo" e mezzo di soverchieria dei suoi nemici, si dichiara "creatura d'Iddio", che vuole confidare nella sincerità, nella prudenza e nella provvidenza, concludendo che preferirebbe "più tosto morire infelice con la providenza, che viver felice con la fortuna", di cui diffida totalmente. Riconoscendo però che "la prosperità" dipende dalla fortuna, chiede a Cataneo un aiuto economico. Tasso si raccomanda poi ad Albano [il cardinale Giovan Gerolamo Albani], sperando che ricordi di esaudire la richiesta [di favorireuna sua sistemazione pontificia] fattglia arrivando "fuggitivo" a Roma: poiché essendo una "dimanda giusta" e avendo Albano [Giovan Gerolamo Albani] promesso di esaudirla, commetterebbe in caso contrario un'ingiustizia. Perciò rinnova la richiesta, sicuro che l'Albani, in quanto cardinale, abbia il potere di esaudirla. Non potendo stabilire la dedica delle sue opere prima di conoscere "l'altrui volontà", afferma di attendere da Licino [Giovan Battista] il denaro e le "scritture", e spera di ottenere almeno queste. Augurandosi che Cataneo non abbia troppo "indurato il cuore", gli chiede di intercedere presso il papa [Sisto V] per "scomunicare" tutti i suoi nemici, e di portare "l'inchiusa" al cardinale Alessandrino [Michele Bonelli].
Fonte o bibliografia Le lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-55, num. 1041, IV, pp. 120-123. Delle Lettere Familiari del Sig. Torquato Tasso, Bergamo, Comino Ventura e Compagni, 1588, libro II, cc. 97r-98r.
Compilatore Olivadese Elisabetta
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