Mittente Tasso Torquato Destinatario Cataneo Maurizio
Data 7/5/1586 Tipo data congetturale
Luogo di partenza Ferrara Luogo di arrivo Roma
Incipit Ieri, che fu il sesto di maggio, il signor Giulio Mosti
Contenuto e note Torquato Tasso informa Maurizio Cataneo di aver avuto da Giulio Mosti la sua lettera nella precedente giornata, il 6 maggio. Sebbene la lettera di Cataneo prometta "le solite speranze", Tasso desidera solo "la libertà e la sanità", poiché libero potrebbe curarsi meglio di quanto non facciano ora i medici, che gli mostrano poca attenzione. Riconosce che la ricchezza non è approvata dai teologi, ma evidenzia la contraddizione per cui il povero e prigioniero sono limitati nell'operare per guadagnarsi "il regno del cielo", a differenza del libero e facoltoso. Chiede dunque che i teologi rivedano questa teoria e si occupino soprattutto della salvezza dell'anima dei principi poco benevoli che commettono ingiustizie. Tasso ammette di chiedere sia grazia che giustizia, e non nega di esser stato ingiusto contro sé stesso. Esprime a Cataneo il desiderio di correggere e modificare il poema ['Gerusalemme liberata'], ma aspetta un miglioramento di salute. Afferma che Scalabrino [Luca Scalabrini], cui avrebbe bisogno di parlare, lo visita raramente; e che Licino [Giovan Battista] è a Bergamo, ma non sa nulla del "negozio con la città" [ottenere dal duca Alfonso II la liberatoria per il suo trasferimento a Bergamo]. Afferma di non credere alle notizie su suo nipote Antonino [Sersale], che avrebbe ricevuto quarata zecchini da una vedova. Informa Cataneo dell'invio in settimana di un sonetto per il patriarca [Giovanni Battista Albani, patriarca di Alessandria; 'Rime', n. 1308, 'Di grado in grado il merto vostro ascende'], e gli chiede di salutare a suo nome lui, il cardinale [Giovan Gerolamo Albani], Scipione Gonzaga, Papio [Giovanni Angelo], padre Panigarola [Francesco], Flaminio [de' Nobili], Silvio [Antoniano], Cipriano [Saracinelli], il Bargeo [Pietro degli Angeli]. Si rammarica di non aver ancora salutato Virginia de' Medici e di non averne ricevuti da lei, sapendo che "Sua Altezza" [Alfonso II d'Este] non le avrebbe negato di portargli il suo saluto.
Fonte o bibliografia Le lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-55, num. 493, II, pp. 420-22. Delle Lettere Familiari del Sig. Torquato Tasso, Bergamo, Comino Ventura e Compagni, 1588, libro II, cc. 74v-76r.
Compilatore Olivadese Elisabetta
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