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Mittente |
Tasso Torquato |
Destinatario |
Della Rovere Francesco Maria |
Data |
1578 |
Tipo data |
congetturale |
Luogo di partenza |
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Luogo di arrivo |
[Casteldurante] |
Incipit |
Se con alcuna mia azione ho confermata la fama, malignamente volgata |
Contenuto e note |
Torquato Tasso informa Francesco Maria II Della Rovere, duca di Urbino, della sua fuga [da Ferrara], e spiega di non essersi diretto subito al sicuro da lui non per pazzia, ma perché guidato dalla provvidenza divina su altri passi. Sapendo della protezione offertagli da Francesco Maria, Tasso afferma di essere ora felice e certo "de la salute e de la quiete", e cerca di spegnere dubbi che sarebbe ingiuriosi contro la benevolenza di Francesco Maria. Si felicita che le passate persecuzioni lo abbiano condotto finalmente al servizio di Francesco Maria, come da tempo desiderava, e cita a proposito Temistocle "era rovinato, s'io non rovinava" [da Plutarco, 'Vite parallele', 'Temistocle']. Tasso nega il bisogno di raccontare a Francesco Maria le sue passate sventure, perché la sua pietà e benevolenza non hanno bisogno di sproni, sperando di trovar le giuste parole di ringraziamento, che esprimano la "vita" donatagli dalla sua protezione. Presentandosi perciò non solo come servitore, ma come sua "creatura", chiede di poter restare al suo servizio. Scritta nei primi giorni dopo l'arrivo negli stati del duca di Urbino. |
Fonte o bibliografia |
Le lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-55, num. 105, I, pp. 265-267. Delle Lettere Familiari del Sig. Torquato Tasso, Bergamo, Comino Ventura e Compagni, 1588, libro II, cc. 48r-49v. |
Compilatore |
Olivadese Elisabetta |
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