Mittente Tasso Torquato Destinatario Licino Giovan Battista
Data 6/1587 Tipo data congetturale
Luogo di partenza Mantova Luogo di arrivo Bergamo
Incipit Io credo che'l serenissimo signor principe mi darà
Contenuto e note Torquato Tasso rassicura Giovan Battista Licino che chiederà e otterrà dal principe [Vincenzo Gonzaga, principe di Mantova] la licenza [di partire per Bergamo]. Chiede perciò a Licino di aiutarlo nella realizzazione del viaggio che progetta indiscutibilmente di fare a Roma a settembre, unica soluzione per fuggire "da tante molestie". Afferma che il caldo stagionale peggiora la sua malattia e "l'umor maninconico", dai quali cerca di difendersi, e contro cui sarebbero ristoranti le "crudette" acque di Bergamo. Chiede a Licino di scusarlo se non riuscirà a venire a Bergamo, come lui stesso gli consiglia; confessa di aver bisogno di "libri e d'altre cose", poiché ha lasciato tutti i suoi effetti a Ferrara. Gli chiede di ottenere il saldo del debito [venti scudi (per cui la lettera n. 827 dell'edizione Guasti, "Rimandai a Vostra Signoria, la settimana passata, i due dialoghi", del 6 giugno 1587)] da Vasalino [Giulio Vasalini]; e di salutare a suo nome il signor Cristoforo [Tasso], Ercole Tasso, e tutti gli amici.
Fonte o bibliografia Le lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-55, num. 839, III, p. 217. Delle Lettere Familiari del Sig. Torquato Tasso, Bergamo, Comino Ventura e Compagni, 1588, libro II, c. 42r.
Compilatore Olivadese Elisabetta
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