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Mittente |
Tasso Torquato |
Destinatario |
Licino Giovan Battista |
Data |
12/1587 |
Tipo data |
congetturale |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Bergamo |
Incipit |
Non m'è stato ancor mandato il mio tamburo |
Contenuto e note |
Torquato Tasso lamenta con Giovan Battista Licino di non aver ancora ricevuto il suo "tamburo" [bagaglio lasciato al vescovato di Bologna tra il 24-25 ottobre 1587, prima di partire a sue spese per Roma], e di non poter inviare la canzone in lode della "Clarissima" [moglie o del podestà Antonio Contarini o del capitano Luigi Veniero, aventi entrambe il titolo di clarissimo, forse Rime, n. 453, 'O dolente partita']. Afferma che attendeva "i Dialoghi e i Discorsi" ['Il Forno overo de la nobiltà', 'De la Dignità', 'Il Nifo overo del Piacere'; 'I Discorsi del poema eroico'] da altri o da "Maffetto" [forse monsignor Giulio Masetti], che sapeva essere in viaggio per Roma prima delle feste [di Natale]. Tasso concede a Licino di pubblicare liberamente le lettere solo dopo la correzione, nel mentre conta di raccoglierne altre, soprattutto quelle indirizzate a Papio [Giovanni Angelo], al principe Ranuccio [Farnese], alla granduchessa [Bianca Cappello, granduchessa di Toscana], e ad "alcuni altri principi e privati". Tasso lamenta della mancata risposta degli altri corrispondenti bergamaschi. Chiude raccomandando la restituzione delle "scritture". |
Fonte o bibliografia |
Le lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-55, num. 940, IV, p. 24. Delle Lettere Familiari del Sig. Torquato Tasso, Bergamo, Comino Ventura e Compagni, 1588, libro II, c. 37v. |
Compilatore |
Olivadese Elisabetta |
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