Mittente Tasso Torquato Destinatario Ardizio Curzio
Data 10/8/1589 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Roma Luogo di arrivo Pesaro
Incipit Le cortesi ed officiose lettere di Vostra Signoria m'hanno trovato
Contenuto e note Torquato Tasso informa Curzio Ardizio di essere malato, e di non poter ricopiare nulla. Attende notizie dal cardinal [Francesco Maria Bourbon] Del Monte sul “negozio de le stanze” [richieste in un monastero di Roma, per cui si vedano le lettere all’Ardizio del 5 luglio 1589, "L'ultima di Vostra Signoria del 5 luglio, m'è stata data", n. 86 dell'edizione Solerti, e del 10 luglio 1589, "S'io vedessi spesso il fratello di Vostra Signoria, e sapessi", n. 87 della stessa edizione]: ma, nell’attesa, teme di perdere l’occasione di recarsi ai “bagni di Pozzuoli”, o d’Ischia, come è accaduto in primavera. Reputa buoni anche quelli di Siena o altri in Toscana, e anche quelli “di acqua dolce”; ma precisa che per godere della comodità “de’ bagni” dovrebbe solo recarsi a Napoli. Ribadisce il desiderio di avere “qualche rifugio” in un monastero romano, che possa accoglierlo dopo il viaggio: propone quello “de la Trinità”, dove godrebbe la vista della vigna del granduca [di Toscana, Ferdinando de’ Medici]; quello di “Santa Maria Nuova”, per passare tra gli “orti” dei Farnese; o quello di “Montecavallo” [San Silvestro al Quirinale], dove potrebbe discutere con “nostro Signore” riguardo la libertà e la salute. Una stanza nel monastero di San Pietro in Vincoli, invece, potrebbe permettergli di portare a termine il “negozio” con l’arciduca fratello dell’Imperatore [Rodolfo II d'Asburgo]. Discute poi della dedica del suo poema [la ‘Gerusalemme conquistata’]: potrebbe indirizzarlo al granduca, che, se gli concedesse la “quiete” necessaria per gli studi, riceverebbe in cambio “fede” e “divozione”; ma questi non è mai stato troppo generoso, non avendogli donato il denaro necessario per visitare i bagni o per vestirsi. Quanto alla “cortesia” del duca di Parma [Ranuccio Farnese], Tasso precisa di essersene rallegrato per il desiderio di libertà; e aggiunge che, se potesse, dividerebbe sé stesso e le sue opere “fra molti principi”, per non domandare troppo ad “uno solamente”. Infine, informa l’Ardizio di scrivere al signor Guidobaldo [Guidubaldo Bourbon Del Monte] e al “Signor Abate” [forse ancora il cardinale Francesco Maria Bourbon Del Monte], affinché favoriscano la “ritirata” in monastero.
Fonte o bibliografia Bergamo, Civica Biblioteca 'Angelo Mai', Cassaforte 6 15 (Codice Falconieri), cc. 37v-39r. Lettere inedite e disperse di T. Tasso in Vita di Torquato Tasso, a cura di Angelo Solerti, Torino-Roma, Loescher, 1895, vol. II, num. 88, pp. 53-54.
Compilatore Liguori Marianna
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