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Mittente |
Tasso Torquato |
Destinatario |
Licino Giovan Battista |
Data |
1/4/1589 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Bergamo |
Incipit |
Io non credeva c'alcuno accidente del mondo mi potesse contristare |
Contenuto e note |
Torquato Tasso confessa a Giovan Battista Licino di aver conosciuto, in occasione della notizia della morte di Cristoforo Tasso, una debolezza d'animo che non sapeva di possedere. Ripercorrendo le tappe di evoluzione del rapporto prima soltanto di parentela, poi d'amicizia profonda, che li aveva tenuti legati per tutta la vita, ammette che questo avvenimento, congiunto con il persistere del suo stato d'infermità, ha fatto sì che in lui si spegnesse definitivamente anche l'ultima speranza e che la sua vita, come una "navicella", prendesse il largo destinata a perdersi e poi affondare. Comunica di aver avuto notizia dell'arrivo a Eutichio [Giroldi] della copia di "que' libri" di cui avrebbe bisogno lui stesso insieme a quella delle altre sue opere, in particolare i dialoghi, che coglie l'occasione per richiedere al destinatario. Manda i suoi saluti e le sue condoglianze al cavaliere [Enea Tasso] e ad Ercole [Tasso]. [Il ms. riporta un poscritto assente nell'edizione Guasti e nelle sue fonti, in cui il Tasso promette di comporre il sonetto richiesto in lode delle 'Rime' di Angelo Grillo]. |
Fonte o bibliografia |
Bergamo, Civica Biblioteca 'Angelo Mai', Cassaforte 6 15 (Codice Falconieri), c. 5r. Le lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-55, num. 1112, IV, pp. 183-184. |
Compilatore |
Fantacci Michela |
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