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Mittente |
Colocci Angelo |
Destinatario |
Vettori Pietro |
Data |
21/4/1548 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
[Firenze] |
Incipit |
Circa illud in antiquis epithaphijs scriptum sub axia apud Italos non inveni |
Contenuto e note |
Dopo aver esposto in latino la sua interpretazione della formula epigrafica “sub axia”, Colocci torna al volgare e chiede una copia delle ‘Epistole’ a stampa del Ficino [Epistole, Venezia, per i tipi di Matteo Capcasa, 1495; Epistole, Basilea, per i tipi di Anton Koberger, 1497], in suo possesso fino al sacco di Roma [1527] e contenenti anche il famoso vaticinio - esposto in latino - sull’elezione del figlio di Lorenzo de’ Medici al soglio pontificio [Giovanni de’ Medici, futuro Leone X; di difficile identificazione è il volume a stampa delle epistole effettivamente posseduto da Colocci]. Infine, Colocci richiede anche una copia della raccolta di elegie di “Pacifico poeta asculano” [Pacifico Massimi, Hecatelegium, Firenze, 1489], la cui morte Colocci dichiara - in latino - essere avvenuta proprio in casa sua. Dopo un riferimento alle modalità di pagamento che coinvolgono gli Altoviti [famiglia di banchieri molto attivi a Roma in quegli anni], Colocci accenna compiaciuto alle “fatiche nelle cose di Aristotele” del suo destinatario. |
Fonte o bibliografia |
Vittorio Fanelli, Ricerche su Angelo Colocci e sulla Roma cinquecentesca, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1979, p. 54. |
Compilatore |
Del Vecchio Maria Irene |
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