Mittente Colocci Angelo Destinatario Vettori [Pietro]
Data 17/4/1543 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Roma Luogo di arrivo [Firenze]
Incipit Io andai al mio vescovado dove sono stato due anni
Contenuto e note Colocci annuncia al destinatario il suo ritorno a Roma dopo gli anni nocerini, non prima di aver deplorato l'aria di Nocera, deleteria per la sua salute. Fa poi riferimento alla morte di “Leone” [papa Leone X, al secolo Giovanni de’ Medici, pontefice dal 1513 al 1521] e dichiara di potersi finalmente riposare e dedicare agli studi. Di seguito manifesta il desiderio di far realizzare da un artigiano romano una sfera di ebano nero [per gli studi su pesi e misure di cui era appassionato], pertanto chiede al destinatario di procurargli la giusta quantità di ebano fiorentino (“in Firenze se ne trova bello et bono”). Gli Altoviti [famiglia di banchieri molto attivi a Roma in quegli anni] si preoccuperanno del pagamento. In chiusa di lettera viene citato Marcello Cervini - che in quei giorni si trovava fuori Roma - attraverso il simbolo di una croce preceduta dall’appellativo “Santa” [Cervini era cardinale di Santacroce].
Fonte o bibliografia Vittorio Fanelli, Ricerche su Angelo Colocci e sulla Roma cinquecentesca, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1979, p. 53.
Compilatore Del Vecchio Maria Irene
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