Mittente Colocci Angelo Destinatario Ripanti Angelo
Data 12/9/1508 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Roma Luogo di arrivo [Jesi]
Incipit Per darve aviso delle cose de qua, sappia Vostra Signoria
Contenuto e note Colocci informa Angelo Ripanti, vescovo di Jesi, della morte di “san Pietro ad Vincula” [il cardinale Galeotto della Rovere], nipote di papa Giulio II. Mentre descrive il dolore del pontefice per la perdita, rende noto che il defunto lascia un debito di 80 mila ducati; avvisa del luogo del funerale, presso San Pietro, e dell’erede dei beni, il fratellastro Sisto da Savona. La notizia del lutto è stata inviata al governatore della “Marca” [d’Ancona] e parente di Galeotto, e invece, prosegue Colocci, si segnala già la presenza in Roma del “signor Prefecto, duca di Urbino” [Francesco Maria I della Rovere] e del duca di Ferrara [Alfonso I d’Este], “in casa de Regino” [?]. Si prevede che il papa tarderà a lasciare Roma mentre il Prefetto e il duca di Ferrara si recheranno a Bologna il giorno di san Michele [29 settembre] per “piglar lo bastone” [del comando militare]. Di seguito, Colocci informa della guarigione di “misèr Maximo” [?] e di “misèr Gallese” [Antonio Massa di Gallese, esecutore testamentario di Colocci] e si dilunga su alcuni fatti relativi al “Conseglio” [della città di Jesi?] che coinvolgono “ser Lodovico” [?] e “Eusebio” [?], da nominare “padre del Conseglio”. Ancora, viene annunciato l’arrivo a Jesi del vescovo “Cesarino” [forse Giuliano Cesarini, vescovo di Ascoli Piceno dal 1500 al 1510] e si lasciano indicazioni sull’accoglienza da riservargli, come già scritto a Francesco [Nolfi]. Con la medesima deferenza deve essere accolto a Jesi il Legato della Marca [d’Ancona], il quale ha a cuore il comune jesino eccezion fatta per la minaccia di confisca dei beni inferta a “ser Ciccolino” [Francesco Franciolini o de Franciolinis]: contro quest’ultimo il legato non ha potuto agire perché il fratello [Girolamo Franciolini] era amico del suddetto Prefetto. Ciò ha fatto sì che il cancelliere “misèr Cornelio” [?] abbia portato rispetto al Franciolini e sia diventato nemico del legato. Di seguito, Colocci consiglia che si rechino ad accogliere il vescovo Cesarino Tiberio [Ripanti, fratello del vescovo di Jesi] e alcuni degli uomini del destinatario della missiva, Angelo Ripanti. In chiusa di lettera il nostro informa di aver scritto dieci lettere a Francesco [Nolfi] ma di non aver mai ricevuto risposta.
Fonte o bibliografia Vittorio Fanelli, Ricerche su Angelo Colocci e sulla Roma cinquecentesca, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1979, pp. 12-14.
Compilatore Del Vecchio Maria Irene
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