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Mittente |
Pavonio Flavio |
Destinatario |
Campeggi Ridolfo e Antonio |
Data |
16/11/1605 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Bologna |
Incipit |
Il trattar oggi de recuperar li denari 30 già enborsati |
Contenuto e note |
Flavio Pavonio scrive a Ridolfo e Antonio Campeggi per dir loro che il recupero di trenta denari già pagati "a conto de li utensile" è tanto difficile da risultare impossibile: riavere indietro dei soldi "è cosa oltre modo durissima", e non vi è alcuna clausola nei privilegi stesi in passato, durante il pontificato di Clemente VIII, che impedisca l'applicazione di un tale dazio. D'altro canto, "tutti questi baroni et signori più principali di Roma" hanno pagato. Chiede dunque ai corrispondenti di suggerirgli "il capo speciale et quale fondamento che volessero pigliare per difenderse dal preiuditio" in questione: ciò perché, quando sarà necessario, saprà come difendere i loro interessi. Al momento ha trattato "con tutti li superiori", e gli resta solo di parlare col papa [Paolo V], al quale in ogni caso non osa rivolgersi finché non ha un "fondamento reale". Allega dunque alcuni documenti [ora mancanti] utili alla bisogna; richiede di poi "una lettera di raccomandatione diretta a monsignor vicario auditore del signor cardinale camerlengo [Pietro Aldobrandini]", con il quale deve trattare al riguardo. Continua ricordando la questione del "fenile", a proposito del quale Pavonio aveva scritto per informazione, senza pretendere che i cugini Campeggi si incomodino per causa sua: se tuttavia questi volessero rimborsargli "li 17 giulii spesi per questo altro monitorio", la cosa gli farebbe gran servizio. Conclude inviando cordiali saluti. |
Fonte o bibliografia |
Bologna, Archivio di Stato, Malvezzi-Campeggi, s. III, 34/556 (anno 1605) |
Compilatore |
Girotto Carlo Alberto |
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