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Mittente |
Strozzi Giulio |
Destinatario |
Campeggi Ridolfo |
Data |
12/8/1615 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Bologna |
Incipit |
Conosco nella lettera il mio signor conte, mi pare di vederlo e di abbracciarlo |
Contenuto e note |
Giulio Strozzi dice di riconoscere dalla missiva il corrispondente, Ridolfo Campeggi, e con lui la sua gentilezza e la sua bontà. Dice di vergognarsi che la sua 'Erotilla' [tragedia pubblicata a Venezia per i tipi del Violati nel 1615] gli sia giunta alle mani senza che l'autore stesso gliene avesse mandata una copia; si giustifica dicendo che il libraio lo ha assassinato, anzi "assassinò sé stesso con le sue impertinenze". Campeggi, in effetti, l'aveva avvertito "che era un furbo, il Violati, ma patienza": non per questo verrà meno l'amore del suo corrispondente. Strozzi ringrazia dunque il bolognese del suo ricordo e delle "lodi date al mio poema" [probabilmente, come suggerito da Fulco, la 'Venezia edificata', allora in fase di composizione], e conserverà questo affetto "tra le cose più care". Al suo ritorno, conclude Strozzi, compirà il servizio che gli viene richiesto da Campeggi; si dice da ultimo "sviscerato servitore" e rinnova la propria disponibilità. |
Fonte o bibliografia |
Bologna, Archivio di Stato, Malvezzi-Campeggi, s. III, 34/556 (anno 1605 [ma con errore di archiviazione, dal momento che la data è 1615]). Cfr. anche Giorgio Fulco, Marino, "Flavio" e il parnaso barocco nella corrispondenza del "Rugginoso", in Id., La "meravigliosa" passione. Studi sul Barocco tra letteratura ed arte, Roma, Salerno editrice, 2001, n. 65 p. 167 |
Compilatore |
Girotto Carlo Alberto |
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