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Mittente |
Menzini Benedetto |
Destinatario |
del Teglia Francesco |
Data |
20/4/1691 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Firenze |
Incipit |
Ho sempre fatto un sommo concetto della erudizione e rara gentilezza nello scrivere del signor Anton Maria Salvini |
Contenuto e note |
Grande è la stima di Menzini verso Anton Maria Salvini, e ha avuto modo di vedere molti suoi sonetti: ne vedrà volentieri altri, quando del Teglia avrà la compiacenza di fargliene avere alcuni. Si rallegra anche dei sonetti del corrispondente, garbati e tali da parlare all'animo di chi li legge: è sicuro che, camminando sulla giusta via, del Teglia diverrà un "nobil poeta". La precedente lettera di Menzini è parsa a del Teglia piena di collera: Menzini riconosce che ha ragione, e lo invita a non meravigliarsene perché, quando lo coglie la rabbia, ne esce una "stranissima melodia". È felice di sapere che l'erede del marchese Riccardi è ormai fuori pericolo dalla malattia che lo opprimeva; spera dipoi che il conclave in corso possa finalmente concludersi, cosicché il cardinale [de' Medici] possa partecipare alle nozze della principessa di Toscana: ma il conclave è ancor lungo, e Roma attende da settimane il nuovo pontefice. Manderà alla prossima occasione qualche stralcio del proprio poema, che ha dato in lettura nel frattempo a un "serenissimo Principe". |
Fonte o bibliografia |
Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, ms. Magl. VIII 1295, cc. 36r-37v; B. Menzini, Dell'opere ... Tomo terzo, contenente le prose volgari, Firenze, Tartini e Franchi, 1731, pp. 307-308 (con data, erronea, di 7 aprile 1691) e 308-309, ove la seconda parte della medesima lettera figura come nuovo documento epistolare |
Compilatore |
Girotto Carlo Alberto |
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