Mittente Guasco Annibale Destinatario Guasco Francesco
Data Tipo data assente
Luogo di partenza [Alessandria] Luogo di arrivo
Incipit Non so figliuol mio, se vi avrà questi dì detto cosa alcuna
Contenuto e note Annuncia al figlio che la sorella Caterina [Guasco] è diventata monaca con il nome di suor Laura Caterina. Questo evento, per molti ordinario, è per Guasco motivo di immensa gioia. Segue la descrizione della giornata in cui si sono compiute le nozze col Signore e i relativi festeggiamenti: racconta di come, fin da piccola, Caterina desiderasse esser monaca e non ci fosse modo di allontanarla dal monastero; dopo averla trattenuta in casa il tempo necessario per assicurarsi che il desiderio della figlia non fosse solo passeggero, Guasco racconta di come, deciso a soddisfare Caterina, l'abbia presentata al Vicario e, una volta accettata, abbia con la famiglia stabilito il giorno in cui la ragazza avrebbe fatto il suo ingresso al monastero. Nel racconto della giornata Guasco indugia sulla descrizione della bellezza della figlia, vestita riccamente e coi capelli biondi intrecciati con fiori e gemme; segue il racconto della festa e dei balli. Queste vanità mondane, che Guasco ammette di aver talvolta disprezzato, sono ora da lui concesse perché sia mostrato tutto ciò a cui la figlia sta rinunciando in vista di una vita lontana da questi eccessi. La festa si conclude con la partenza del corteo di carrozze che accompagnarono Caterina alla chiesa di S. Marco dove li attendeva il parroco [Cornelio] Pozzo. Prosegue il racconto della cerimonia in chiesa e, infine, l'ingresso al monastero. I giorni seguenti le ha fatto visita e, assicura al figlio, è felice della scelta fatta. Lo informa poi che in casa stanno tutti bene e lo saluta.
Fonte o bibliografia Annibale Guasco, Lettere, Treviso, Bertoni, 1603, pp. 219-225.
Compilatore Chioda Elena
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