Mittente Guasco Annibale Destinatario [Lampugnana] [Giovanna]
Data Tipo data assente
Luogo di partenza [Alessandria] Luogo di arrivo [Milano]
Incipit O Dio buono; che allegrezza ha Vostra Signoria in me cagionata
Contenuto e note Guasco manifesta il suo entusiasmo per la lettera ricevuta da una donna tanto virtuosa; si compiace degli elogi che lei ha rivolto ai suoi componimenti e dichiara di aver letto e riletto la sua lettera più volte di quante sono le sillabe che la compongono; si ritiene comunque meritevole dell'affetto di questa signora che lui ricompensa con così grande devozione. Guasco ammette di esser consapevole che qualsiasi suo sforzo nel servirla non potrà eguagliare quel poco che lei fa nell'amarlo; se, quindi, sarà sempre inferiore rispetto a lei, non vuole esserlo, rispetto ad altri, nel servirla; insieme alla lettera Guasco invia alla donna quaranta sonetti in suo onore; per non rischiare di annoiarla conclude la lettera e ribadisce la sua completa servitù. [Alla medesima sconosciuta destinataria è indirizzata la lettera 'Mentre che Vostra Signoria qui stava', alle pp. 51-52. Si tratta probabilmente di Giovanna Lampugnana (Lampugnani). I quaranta sonetti inviati si trovano nel 'Secondo volume delle rime', Pavia, Bartoli e Viano, 1579, pp. 26-45].
Fonte o bibliografia Annibale Guasco, Lettere, Treviso, Bertoni, 1603, pp. 52-53
Compilatore Chioda Elena
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