|
 |
 |
|
 |
|
 |
 |
 |
 |
 |
Mittente |
Guasco Annibale |
Destinatario |
Beccaria Aureliano |
Data |
|
Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
[Alessandria] |
Luogo di arrivo |
[Pavia] |
Incipit |
Il cortese invito, che Vostra Signoria mi fa a godere alcuni giorni di cotesto ameno suo luogo |
Contenuto e note |
Guasco ringrazia infinitamente il Conte Aureliano Beccaria che l'aveva invitato a trascorrere del tempo presso la sua casa, consapevole che cambiare aria potesse favorire la sua guarigione; dichiara che la sola conversazione con l'amico e con il signor [Filippo] Binaschi lo aiuterebbero a guarire; tuttavia il Guasco si trova costretto a declinare l'invito non volendo recarsi dall'amico come malato. In pochi giorni si augura di potersi vendicare della sua "stentata vita", trascorre, infatti, il tempo da solo nella sua villa senza nemmeno la possibilità di parlare "co i morti", ossia con gli scrittori passati, perché i medici e la moglie gli hanno vietato gli studi; chiude la lettera sperando di poter dire presto a voce ciò che avrebbe altrimenti scritto in essa. |
Fonte o bibliografia |
Annibale Guasco, Lettere, Treviso, Bertoni, 1603, p. 48 |
Compilatore |
Chioda Elena |
|
 vai al documento
|
|
|
|
Torna all’elenco dei risultati
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|