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Mittente |
Tasso Torquato |
Destinatario |
Tasso Cristoforo |
Data |
5/1586 |
Tipo data |
congetturale |
Luogo di partenza |
Ferrara |
Luogo di arrivo |
Bergamo |
Incipit |
Io ho rimesso tutto questo negozio |
Contenuto e note |
Torquato Tasso comunica a Cristoforo Tasso di volergli affidare il "negozio" della sua liberazione, perché ritiene che nessuno possa occuparsene con più "amorevolezza" e "diligenza"; necessita del suo intervento a causa della “qualità” della stagione [calda] e della malattia, che lo rendono “infelicissimo”. Lo prega di occuparsi della supplica a cui [Giovan Battista] Licino accenna, da spedire al duca [Alfonso II d’Este] tramite il suo segretario, il “signor Masetto”; e trovandosi “rinchiuso” in “infinita melanconia”, gli chiede di prendere provvedimenti al più presto. Infine, lo avvisa di aver “perduta la memoria” delle cose che ha letto, un dolore che considera “senza pari”; e saluta il cavaliere Enea [Tasso] e il fratello Ercole. |
Fonte o bibliografia |
Le lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-55, num. 496, II, p. 527. Delle Lettere Familiari del Sig. Torquato Tasso, Bergamo, Comino Ventura e Compagni, 1588, libro II, cc. 29r-29v. |
Compilatore |
Liguori Marianna |
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