Mittente Tasso Torquato Destinatario Tasso Ercole
Data 1566 Tipo data congetturale
Luogo di partenza Mantova Luogo di arrivo Bologna
Incipit Se da che io mi partii da Bologna non ho scritto mai
Contenuto e note Torquato Tasso comunica a Ercole Tasso i motivi per cui non gli ha scritto dopo la partenza da Bologna: in primo luogo, entrambi sono stati sempre “in moto”; inoltre, non nasconde una certa “negligenza” nella pratica della scrittura epistolare. Tuttavia, ritiene che Ercole, suo fratello Cristoforo e tutta “l’orrevole o brigata o academia” siano colpevoli di cosa ben più grave: non hanno risposto alle due “lunghe e larghe” lettere spedite negli ultimi giorni passati a Padova e poi da Pavia, non considerando nemmeno i sonetti inclusi. Comunica di aver saputo da “l’Arrigone più vecchio e men bello” [uno dei signori Arrigoni] che il signor Orazio Merciari è ammalato e che il “signor Vertoa” diviene “più bello”; si congratula con [Bonaventura] Maffetti per la sua fama di “studioso” , ma non ha notizie dei “signori Cusani”, del conte “Cavra” [o Capra], “de’ Puiani”, e di tutti gli altri [compagni dell’Università di Bologna]. Si rivolge poi solamente ai “signori Tassi”: Marc’Antonio Tasca lo ha informato che i cugini non hanno intenzione di passare l’estate a Bergamo, e se ne dispiace; al contrario, lui vi si recherà tra due settimane, essendone pregato dalla zia. Infine, ironizza sull’accusa che i parenti gli fanno di essere “sviato” [distratto dagli studi]: la girerebbe a loro, se solo pensasse che a loro interessi essere considerati “studiosi”.
Fonte o bibliografia Le lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-55, num. 7, I, pp. 16-17. Delle Lettere Familiari del Sig. Torquato Tasso, Bergamo, Comino Ventura e Compagni, 1588, libro II, cc. 27r-28r.
Compilatore Liguori Marianna
vai al documento
Torna all’elenco dei risultati