Mittente Tasso Torquato Destinatario Licino Giovan Battista
Data 10/1587 Tipo data congetturale
Luogo di partenza Mantova Luogo di arrivo Bergamo
Incipit Io ho tanto tardato a tornare, che sono stato sopragiunto
Contenuto e note Torquato Tasso informa Giovan Battista Licino di essere stato “sopragiunto da una terzana”, che ha ritardato il suo ritorno. Gli comunica il desiderio di tornare [a Bergamo], ma necessita di alcune "commodità": una compagnia per il viaggio, una “pelliccia”, per cui prega il Licino di rivolgersi a [Marc’Antonio] Tasca affinché scriva a qualche mercante mantovano, e la “valigia”, che “Maestro Bartolomeo” non ha voluto portare. Non ha denaro per pagare una carrozza, e la “…” [stampa lacunosa] e gli amici non lo aiutano; spera di guadagnare qualcosa correggendo le stampe “toscane” e “latine”, in modo da partire presto da Mantova, dove “aria” e “acque” gli sono nocive. Risponde poi alle “opposizioni” fatte dal “Clarissimo” [uno dei due clarissimi Rettori di Bergamo, e probabilmente Alessandro Contarini] alla tragedia [‘Re Torrismondo’]: spiega che intitolare questo tipo di opere con il nome del protagonista è usanza antica, come testimoniano Tieste, Medea o Macareo; aggiunge che Torrismondo non è “persona scelerata”, ma degna della “misericordia” che spetta a chi è colpevole solo di “qualch’errore”, come insegna Aristotele. Infine, richiede di portare a termine ciò che il Licino gli ha scritto “de’ dialoghi e de’ discorsi” e porge i suoi saluti al “padre priore”, al signor “Maffetto”, a monsignor [Cristoforo] Tasso, a Ercole [Tasso] e ai “Clarissimi” [Alessandro Contarini e Alvise Veniero].
Fonte o bibliografia Le lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-55, num. 904, III, pp. 265-266. Delle Lettere Familiari del Sig. Torquato Tasso, Bergamo, Comino Ventura e Compagni, 1588, libro I, cc. 103v-104r.
Compilatore Liguori Marianna
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