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Mittente |
Tasso Torquato |
Destinatario |
Albani (Albano) Giambattista |
Data |
8/1587 |
Tipo data |
congetturale |
Luogo di partenza |
Bergamo |
Luogo di arrivo |
Roma |
Incipit |
Io non ho voluto dimandar grazia alcuna a Vostra Signoria |
Contenuto e note |
Torquato Tasso richiede all'abate Giambattista Albani [patriarca d'Alessandria] la "grazia" di intercedere per il suo trasferimento a Roma, avendo egli a Bergamo tanta autorità e molti amici e parenti; in particolare, potrebbe indurre il vescovo della città [Girolamo Ragazzoni] ad agevolare il viaggio, e a richiedere la grazia [della libertà] presso il principe [Vincenzo Gonzaga]. Promette all'Albani che conserverà sempre memoria del suo favore, perché non stima nessun "acquisto" maggiore del "poter andare intorno senza impedimento"; e lo informa della "procura" portata dal conte Ercole Tassone, di cui desidera discutere con lui "presenzialmente". Infine, chiede la sua intercessione anche per la buona riuscita delle stampe delle sue opere: desidera rimanerne soddisfatto, e per questo si è già rivolto a Maurizio [Cataneo] e al cardinale [Giovan Gerolamo Albani]; l'abate, invece, potrà scriverne a [Giovan Battista Licino]. |
Fonte o bibliografia |
Le lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-55, num. 870, III, pp. 237-238. Delle Lettere Familiari del Sig. Torquato Tasso, Bergamo, Comino Ventura e Compagni, 1588, libro I, c. 90r. |
Compilatore |
Liguori Marianna |
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