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Mittente |
Tasso Torquato |
Destinatario |
Licino Fermo |
Data |
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Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
Ferrara |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
Monsignor vostro fratello m'ha detto, che la supplica è fatta |
Contenuto e note |
Torquato Tasso prega "caldissimamente" Fermo Licino della grazia [della libertà], nonostante suo fratello, monsignor [Giovan Battista Licino], gli abbia riferito che la "supplica" è già stata fatta [quella dei suoi parenti bergamaschi rivolta al duca di Ferrara Alfonso II d'Este, per condurre il Tasso a Bergamo]. L'affetto verso i familiari gli garantisce che il "negozio" avrà buon esito; ma il Tasso non rinuncia a chiedere il sostegno del Licino, visto che i suoi propositi, che questo avrà inteso dalle parole del signor Maurizio [Cataneo], lo inducono a non curarsi del "modo" in cui la grazia verrà concessa [se attraverso la mediazione dei parenti o con quella del Licino]. Lo prega di utilizzare "per instrumento" della libertà qualsiasi cosa suo fratello Giovan Battista invii a Roma: questi, infatti, si sta occupando con "fatica" delle sue composizioni, e il Tasso gli è molto riconoscente. Databile nell'autunno del 1585. |
Fonte o bibliografia |
Le lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-55, num. 569, II, p. 588. Delle Lettere Familiari del Sig. Torquato Tasso, Bergamo, Comino Ventura e Compagni, 1588, libro I, cc. 88v-89r. |
Compilatore |
Liguori Marianna |
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