Mittente Benamati Guidubaldo Destinatario Aprosio Angelico
Data 22/11/1644 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Gubbio Luogo di arrivo Venezia
Incipit Quando mi venne l'ultimo aviso, che codesta Serenissima Republica
Contenuto e note Quando seppe a suo tempo che il senato veneziano aveva adottato un decreto che proibiva la stampa di opere “contro il Turco” (e quindi anche quella della sua ‘Vittoria navale’), Benamati pensò che, ammesso di riuscire a pubblicare altrove questo poema, la Serenissima non avrebbe comunque gradito che le fosse dedicato. Quindi Benamati cominciò a pensare ad un altro "potentato" quale dedicatario. Ma ora ha sentito che Giovan Francesco Loredano ha ventilato un’ipotesi di stampa di quest’opera subordinata alla disponibilità dell’autore a contribuire alla spesa con l’acquisto di 200 copie “ad un soldo al foglio”. Benamati prega dunque qui l’Aprosio di riferire al Loredano che, ferma restando la dedica del poema “ad altro prencipe” e lasciandogli la possibilità di smerciare le 200 copie prima di conferire il contributo di spesa per la stampa, potrebbe accettare la proposta. Intanto continua a sperare che le sue rime della ‘Penna lirica’ si siano cominciate a stampare. Poi, per non perder tempo a ricercare fra un mare di carte un sonetto fatto al padre Angelico, Benamati ha deciso di fargliene un altro che trascrive in questa lettera (incipit: “Angelico sei tu. Non errò punto”). Esprime infine il suo compiacimento d’aver appreso che il suo caro amico Sacramoro Sacramori sia stato a trovare l’Aprosio nel suo convento di Santo Stefano a Venezia.
Fonte o bibliografia M. Slawinski, Gli affanni della letteratura nella corrispondenza di Guidubaldo Benamati ad Angelico Aprosio (1629-1652), “Aprosiana”, Nuova Serie, anno X, 2002, pp. 62-63 (lettera XXXI)
Compilatore Giulietti Renato
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