Mittente Benamati Guidubaldo Destinatario Aprosio Angelico
Data 19/11/1635 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Gubbio Luogo di arrivo Genova
Incipit Cortesissimo il mio Padre frat'Angelico, e per ciò non fa cosa insolita
Contenuto e note L’incisore Girolamo David, allora in Genova, si è mostrato disponibile a intagliare in rame un ritratto del Benamati ed ha chiesto a quest’ultimo di fornirgli tale ritratto, ma Benamati ammette di non conoscere un pittore in Gubbio cui rivolgersi per farsene fare uno. Si schermisce al contempo da una richiesta dell’Aprosio il quale pure gradirebbe un’incisione di un proprio ritratto fatta dal David e vorrebbe che il Benamati intercedesse perciò per lui presso questo artista. Benamati è in attesa di ricevere dall’Aprosio un libro di Pier Francesco Minozzi [forse 'Il Genio Abbandonato, overo la Difesa d’Astrea. Pindarica poesia', Firenze, Nesti, 1635] ma non vorrebbe che andasse perso come pensa sia accaduto anche dei ‘Discorsi del sig. conte Guidobaldo Bonarelli … In difesa del doppio amore della sua Celia’. Quando Benamati stamperà la sua ‘Selva del Sole’ ne manderà copia all’Aprosio che sembra in procinto di stampare il suo ‘Veratro’. Manda, per finire, un cordiale baciamano al prelato parmigiano Andrea Arcioni dell’ordine di San Benedetto, allora in Genova.
Fonte o bibliografia M. Slawinski, Gli affanni della letteratura nella corrispondenza di Guidubaldo Benamati ad Angelico Aprosio (1629-1652), “Aprosiana”, Nuova Serie, anno X, 2002, p. 48 (lettera XVI)
Compilatore Giulietti Renato
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