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Mittente |
Benamati Guidubaldo |
Destinatario |
Aprosio Angelico |
Data |
30/6/1635 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Parma |
Luogo di arrivo |
Genova |
Incipit |
Due lettere ho di Vostra Paternità quasi in un tempo |
Contenuto e note |
Benamati ha letto una parte della Difesa del Marino scritta dall’Aprosio e se ne complimenta con l’autore: eccepisce soltanto che si sarebbe aspettato una prosa più familiare e meno sostenuta. Ha trovato poi che l’Aprosio si dilunga troppo, all’inizio di quello scritto, sulla parola ‘pagana’ [che appare nel commento di Tommaso Stigliani al prologo dell’‘Adone’ mariniano, ove Stigliani parla di “Invocazione né pagana né cristiana”]. In Parma, se l’Aprosio si farà vedere, potrebbero parlarne. Di quello scritto Benamati ha apprezzato inoltre il frontespizio e il ritratto del Marino, che gli sembra assai simile a quelli del Cavaliere già da lui visti; e così dice perché non ha mai avuto il piacere di incontrare personalmente il Marino: infatti alla data del passaggio, l’unico verificatosi, del Marino in Parma al seguito del cardinale (Pietro) Aldobrandini, il Benamati era ancora fanciullo nella sua Gubbio. E se lo Stigliani avesse fatto attenzione a questa data, non avrebbe certo manomessa una lettera scrittagli dal Marino facendo risultare in essa che in Parma i due (Stigliani e Marino) si risero delle composizioni del Benamati. E per difendersi da questa insinuazione il Benamati scrisse a suo tempo (nel 1627) due lettere al sig. Maffetti e allo Scaglia: lettere che ora non ritrova, altrimenti le manderebbe all’Aprosio. Benamati acconsente inoltre di servire l’Aprosio che gli ha richiesto di commemorare due padri morti [forse Pietro Agostino da Mondovì e Giovan Battista Vaira già ricordati dal Benamati]. Non ha ancora ricevuto dal padre Gabriello Foschi i ‘Discorsi del sig. conte Guidobaldo Bonarelli … In difesa del doppio amore della sua Celia’ (Ancona 1612) che quel padre era disposto a cedergli. È contento che il padre [Domenico (o Giorgio)] Miazzi stia bene e lo ricordi. In chiusura, promette all’Aprosio di fargli aver copia delle sue opere quando usciranno e lo invita a seguitare la “risposta all’Occhiale” cui l’Aprosio ha dato inizio. |
Fonte o bibliografia |
M. Slawinski, Gli affanni della letteratura nella corrispondenza di Guidubaldo Benamati ad Angelico Aprosio (1629-1652), “Aprosiana”, Nuova Serie, anno X, 2002, pp. 45-46 (lettera XIII) |
Compilatore |
Giulietti Renato |
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