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Mittente |
Tasso Torquato |
Destinatario |
Albani (Albano) Giovan Gerolamo |
Data |
2/11/1578 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Torino |
Luogo di arrivo |
Roma |
Incipit |
Se io non avessi con le mie incerte immaginazioni sospettato di tutti |
Contenuto e note |
Torquato Tasso chiede scusa al cardinale Giovan Gerolamo Albano (Albani) per aver sospettato anche della sua sincerità insieme a quella di altri; e chiedendo perdono in nome del suo amore e cortesia, spera che Albani possa con la sua protezione e grazia riguardagnargli la stima e la fiducia delle persone allontanatesi per il suo "umor malinconico". Tasso informa Albano (Albani) di trovarsi a Torino alla corte del marchese d'Este [Filippo], che desidera servire anche in nome della devozione "per il duca suo suocero" [Emanuele Filiberto, duca di Savoia]. Ma temendo l'instabilità del proprio umore, Tasso chiede ad Albano (Albani), in nome del fedele servitore che gli fu il padre [Bernardo Tasso], di intercedere per assicurargli un degno e sicuro posto in quella corte, promettendo di impedire all'infermità di renderlo colpevole di cattive azioni. Rinnovando la propria gratidutine, chiude salutando lui, l'abate [Giambattista Albani], e Maurizio [Cataneo]. |
Fonte o bibliografia |
Bergamo, Civica Biblioteca 'Angelo Mai', Ms. MAB 34 cc.135v-136r. Le lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-55, num. 112, I, pp. 291-293. |
Compilatore |
Elisabetta Olivadese |
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