Mittente Benamati Guidubaldo Destinatario Aprosio Angelico
Data 6/5/1633 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Parma Luogo di arrivo [Siena per Monte San Savino]
Incipit I mancamenti, ch'io commetto con Vostra Paternità, non iscrivendole
Contenuto e note Benamati, che ha dovuto trascurare gli studi per difendersi da “inimicizie di potenti” che hanno addirittura attentato alla sua vita, si compiace dell’attività dell’Aprosio il quale ha mandato in Venezia allo stampatore Sarzina un suo libro per la stampa. Specifica poi all’Aprosio che il Tomasini morto non è Giacomo Filippo Tomasini (1595 o 1597/1655) ma Cristoforo Tomasini. Si schermisce poi dalle lodi che Pier Francesco Minozzi gli tributa nel suo libro [‘Le impazienze d’Amore’, Firenze 1633] e aspetta di veder quest’ultimo stampato. Il Minozzi, peraltro, ha corretto con acribia un sonetto suo proprio, rimediando ad un’anfibologia in esso presente fattagli notare dal Benamati. E con l’occasione Benamati manda a sua volta al Minozzi un sonetto sollecitatogli dall’Aprosio. “La pigritia del copiare” fa sì che le opere del Benamati – la Difesa del Preti, ‘Il prencipe Nigello’ e ‘La vittoria navale’ – debbano ancora attendere per la stampa.
Fonte o bibliografia M. Slawinski, Gli affanni della letteratura nella corrispondenza di Guidubaldo Benamati ad Angelico Aprosio (1629-1652), “Aprosiana”, Nuova Serie, anno X, 2002, pp. 40-41 (lettera VII)
Compilatore Giulietti Renato
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