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Mittente |
Adimari Alessandro |
Destinatario |
Aprosio Angelico |
Data |
26/2/1640 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Firenze |
Luogo di arrivo |
[Treviso] |
Incipit |
L'anno passato per mano di un padre della sua religione |
Contenuto e note |
Adimari ricorda ad Aprosio di aver ricevuto da un "padre della sua religione" [si riferisce all'ordine agostiniano, al quale Aprosio apparteneva] una copia del 'Vaglio critico' [pubblicato con falsi dati tipografici a Treviso da Girolamo Righettini nel 1637]; ringrazia l'Aprosio elogiando l'opera, nella quale l'autore promuove un corretto modo di fare poesia, censurando le imperfezioni altrui [allusione a Tommaso Stigliani e al suo 'Mondo nuovo', licenziato in versione completa nel 1628]. Adimari esprime gratitudine verso l'Aprosio per avergli spedito un libro di poesie di [Pietro] Michieli (Michiel o Michiele), che va leggendo, apprezzando, tanto nel 'Flauto' quanto nel 'Polifemo', la "viva espressione d'affetti e la bella maniera di comporre" [riferimento al 'Flauto, et il Polifemo', Venezia, Sarzina, 1638]. Desidera elogiare le rime di Michiele ma teme di non riuscire nello scopo perché occupato da "carichi" e "liti importanti" che gli impediscono di licenziare il resto delle sue "nove muse", dopo aver già mostrato all'Aprosio la 'Polinnia' [Firenze, Cecconcelli, 1628] e la 'Tersicore' [Firenze, Massi e Landi, 1637] e aver mandato "sotto il torcolo" la 'Clio' [Firenze, Massi e Landi, 1639] e la 'Melpomene' [Firenze, Massi e Landi, 1640]. Considererà quanto scritto da Aprosio intorno a [Pier Francesco] Minozzi, al quale augura "ogni bene per la sua virtù". Come luogo di arrivo della lettera Adimari indica "Venezia, o dove sia". [La data della lettera è 26.2.1639, ma s'intende more fiorentino]. |
Fonte o bibliografia |
Genova, Biblioteca Universitaria, ms. E.VI.5. |
Compilatore |
Riga Pietro Giulio |
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