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Mittente |
Michiele Pietro |
Destinatario |
Aprosio Angelico |
Data |
30/1/1648 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Venezia |
Luogo di arrivo |
[Genova] |
Incipit |
Se costà in Genova è carità |
Contenuto e note |
Michiele chiede perdono all'Aprosio se dovrà consultarlo spesso al fine di rintracciare per proprio conto "qualche volume" nelle librerie di Genova; proprio a lui si rivolgerà se non dovesse trovare a Venezia "due volumetti di raccolta di rime" stampate dal Pavoni [Giuseppe, tipografo genovese], "nelle quali vi sono tre canzoni pescatorie assassinate dal [Giovan Battista] Marino; e posto il furto nell'Adone", Michiele dovrà riverire Aprosio per la grazia resagli. Michiele attende con impazienza la novella di [Tobia] Pallavicino [per le 'Cento novelle amorose dei Signori Accademici Incogniti', Venezia, Guerigli, 1651], con l'obiettivo di servire l'"amico che fa la raccolta" [Maiolino Bisaccioni]. Consegnerà il libro speditogli dall'Aprosio, del quale non è riuscito a leggere nemmeno quattro carte, a "don Scipione" [Errico]. Ha recapitato una lettera dell'Aprosio alla "libraria della Minerva". Aprosio è salutato da [Giovan Francesco] Loredano e [Leonardo] Querini (Quirini); [Agostino] Fusconi è reso dal Carnevale "huomo di buon tempo", mentre [Scipione] Errico riceverà questa sera il libro. Michiele saluta [Giuliano o Tommaso] Spinola, [Tobia] Pallavicino e [Tommaso] Oderico. |
Fonte o bibliografia |
Genova, Biblioteca Universitaria, ms. E.V.21 |
Compilatore |
Riga Pietro Giulio |
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