Mittente Bonomi Giovanni Francesco Destinatario Aprosio Angelico
Data 2/7/1667 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Bologna Luogo di arrivo Ventimiglia
Incipit Mi confondono le tante guise con che la dotta penna
Contenuto e note Bonomi attende da [Sebastiano] Combi e [Giovanni] La Noù le "galenterie" promessegli, di cui ha dato avviso anche ai suoi amici letterati [di Bologna]. Ringrazia Aprosio per averlo elogiato in una lettera ad Antonio Magliabechi. Si rammarica dell'infermità di [Napoleone] Giacobi e [Pier Franceco] Minozzi, come ha scritto nella sua ultima missiva indirizza a [Giovanni] Nicolò Cavana. Pronuncia parole di elogio verso l'amico di [Ovidio] Montalbani, [Lorenzo] Legati, il quale ha composto una "favola" [forse 'In praeclarissimum Ulyssem Aldrovandum ac eius De arboribus historiam ab excellentissimo Ovidio Montalbano congestam et elaboratam', Bologna, Ferroni, 1668] che sarà edita anche al di fuori dell'opera di [Ulisse] Aldovrandi ['Dendrologia', Bologna, Ferroni, 1668]; a giudizio del Bonomi, essa è un "miracolo d'arte". Da Federigo Nomi ha ricevuto l'"ode contro l'invidia" che si leggerà in coda al 'Parto dell'orsa' [Bologna, Dozza, 1667]. Avvisa che [Giovan Battista] Capponi e [Francesco] Carmeni sono nemici acerrimi del gruppo di letterati cui appartiene Bonomi; essi proferiscono contro [Ovidio] Montalbani "bestemmie sacrileghe". Pertanto, nel 'Parto dell'Orsa' Bonomi non includerà nel novero degli amici propri e dell'Aprosio il Capponi, che a Bologna è considerato, per antonomasia, un Momo; riferisce poi che è "invecchiato assai, e ridotto per la povertà e per la sordidezza pezzentissimo". Riporta un aneddoto impietoso sul Carmeni, il quale fu bastonato da un fornaio per aver rubato del pane.
Fonte o bibliografia Genova, Biblioteca Univeristaria, ms. E.VI.12, Bonomi Giovanni Francesco
Compilatore Riga Pietro Giulio
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