Mittente Campi Pietro Maria Destinatario Sgualdi Vincenzo
Data 2/11/1630 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Roma Luogo di arrivo [Arezzo]
Incipit La perdita di due altri de' miei dopo il fratello
Contenuto e note Dopo il fratello [Gregorio Campi], gli sono morti altri due parenti. Ora il conto è salito a un fratello, tre cugini e undici nipoti, tutti uccisi dalla peste nel giro di un paio di mesi. La sua casa, rimasta vuota e incustodita, ha già subito il furto di molti beni e "corre rischio di essere del tutto svaligiata". Si affida alla misericordia divina e all'intercessione del "nostro beato Gregorio [X]". La lettera che Sgualdi gli ha mandato, per farla consegnare al fratello Giulio Cesare [Sgualdi], è stata acclusa al "piego" del cavalier [Alfonso] Carandini [residente farnesiano in Roma] indirizzato al presidente [del Consiglio ducale di Piacenza, Pierluigi] Borghi: senz'altro giungerà a destinazione. La "povera patria" [Piacenza] continua a essere afflitta dall'"horribile flagello": glielo confermano, in aggiunta alla lettera di Angelo Gabriele Anguissola che Sgualdi gli ha fatto arrivare, quelle "di molti altri ancora". Era infondata la notizia della morte del vescovo [di Piacenza Alessandro Scappi], che pure deve essere stato in "grandissimo pericolo" di vita, ma non quella del decesso di molti curati della città e diocesi, e di un gran numero di canonici e di prebendari del duomo e di S. Antonino. Si è già dato avvio al turbine delle raccomandazioni. Alcuni sacerdoti di Borgo Val di Taro, che attualmente risiedono a Roma, si sono mossi rapidamente e uno di loro ha ottenuto il canonicato in S. Antonino che già era di suo nipote [Pietro Gentile Campi]. Un altro suo nipote [Pietro Maria Campi jr], che è a Roma con lui, ha avuto invece quello in duomo già tenuto dal conte Antonio Maria Anguissola, ma senza che vi fosse necessità di altro patronato se non quello del "beato Gregorio". La prepositura di [S. Maria in] Galliverta è andata a Daniele Tedeschi, che pure risiede a Roma e già fu auditore di monsignor [Ranuccio] Scotti; quella di S. Giovanni de Domo dovrebbe andare ad Annibale Credali, già fiscale del vescovo Scappi; il canonicato che fu di Sigismondo Casali viene dato a un giovane della famiglia Mazzocchi; quello che fu "del Giggio" e in altri tempi del figlio del governatore [di Piacenza, Giulio] Barsotti sarà di Girolamo Spada, se è vivo, per istanza del cardinale [Bernardino] Spada. Sono ancora da conferire i canonicati "del Bolzone e del Balcone, già figlio del cavaliere Riva", quello già di [Angelo Maria] Bicocchi, la prepositura di di S. Ulderico, la penitenzieria e la prebenda teologale in duomo.
Fonte o bibliografia Piacenza, Biblioteca Comunale Passerini-Landi, Pallastrelli 83, f. 429v, ed. in Luca Ceriotti, "Mi favorisca in tutto questo del suo parere": lettere di Pietro Maria Campi a Vincenzo Sgualdi, "Bollettino storico piacentino", CVII, 2012, pp. 240-241
Compilatore Ceriotti Luca
Torna all’elenco dei risultati