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Mittente |
Campi Pietro Maria |
Destinatario |
Sgualdi Vincenzo |
Data |
29/6/1630 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Arezzo |
Incipit |
Mi è stata grata l'attestatione |
Contenuto e note |
Ringrazia, avendo ricevuto lettera di Sgualdi del 17 [giugno 1630] contenente le prove "della reale esistenza del luogo" di Castiglione Alberti [di cui in lettere del 18 maggio e 15 giugno 1630] e l'annuncio del ritrovamento a Ferrara di una bolla di Gregorio X in favore dell'abbazia di Pomposa. Dato che [Sgualdi lo ha informato che] il "negotio del fidei commesso" [di cui in lettere del 5 e 15 giugno 1630] è stato sottoposto a "due dottori" [in Arezzo], si dice del parere di soprassedere alla richiesta di ulteriori valutazioni [in Roma], per non accrescere con poca utilità la spesa. Racconta di passarla male, perché da Piacenza non riceve né lettere, né denaro, e corre anche voce che la città emiliana "incominci ad essere travagliata dal contagio [della peste]". Stante il "sospetto" che anche Roma stia per essere investita dall'epidemia, gli è stato consigliato di ritirarsi "in qualche altra città libera" dal pericolo. Ma, senza contare che mettersi in viaggio in questa stagione così calda è rischiosissimo, quale città può dirsi "sicura da un male che tanto facilmente si allarga" e serpeggia ormai per quasi tutta Italia? E come abbandonare al suo destino la "causa santa" [della canonizzazione di Gregorio X]? |
Fonte o bibliografia |
Piacenza, Biblioteca Comunale Passerini-Landi, Pallastrelli 83, f. 393v, ed. in Luca Ceriotti, "Mi favorisca in tutto questo del suo parere": lettere di Pietro Maria Campi a Vincenzo Sgualdi, "Bollettino storico piacentino", CVII, 2012, pp. 232-233 |
Compilatore |
Ceriotti Luca |
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