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Mittente |
Campi Pietro Maria |
Destinatario |
Sgualdi Vincenzo |
Data |
15/6/1630 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Arezzo |
Incipit |
Quasi presago della prudente risposta che ricevei hieri |
Contenuto e note |
Ringrazia per la "prudente risposta" ai dubbi da lui espressi [con lettera del 25 maggio 1630] e si rallegra per essere nel frattempo "concorso nello stesso parere" del suo interlocutore. Approfittando della partenza da Roma di monsignor [Ranuccio] Scotti, si è risolto infatti a chiedere finanziamenti alla comunità di Piacenza e al duca [Odoardo Farnese]. Manda a ringraziare [Giacomo] Burali per avere effettuato le verifiche di carattere toponomastico da lui in precedenza richieste [con lettera del 18 maggio 1630], anche se il genere delle risposte fornite, non corredate dalla citazione delle fonti, non è tale da irrobustire la documentazione [relativa alle virtù miracolose di Gregorio X] che egli è in procinto di presentare alla Congregazione dei Riti. Quanto all'attività di tale consesso, pare che sia la causa di Gregorio X, sia "l'altra simile alla nostra" [cioè quella di Pio V], che pure sembrava essere più vicina alla conclusione, saranno definite insieme nella seduta del prossimo settembre, o addirittura che la causa di Gregorio X sarà anteposta all'altra. A ciò Campi non sa dare altra spiegazione che non sia il peso delle lettere degli elettori di Colonia e di Baviera [di cui in lettera del 25 maggio 1630]. Informa poi che nell'ultimo concistoro è stato stabilito che d'ora in poi l'appellativo da usare nei confronti dei cardinali non sia più quello di "illustrissimo", bensì quello di "eminentissimo". Informa inoltre che è stato dato ordine affinché in tutte le chiese di Roma, specie in quelle parrocchiali, più volte ogni giorno sia recitata l'orazione "pro vitanda mortalitate, seu tempore pestilentiae". Avvisa che da ormai due mesi e mezzo non riceve lettere da Piacenza, nemmeno in risposta a quelle che vi ha indirizzato per le vie di Genova e di Venezia "e per altre strade". Anche per questo è a corto di denaro e un mese fa ne ha dovuto prendere a prestito. Conclude consigliando Sgualdi, nel caso voglia far studiare la pratica [di cui in lettera del 5 giugno 1630], di tenere conto che a tale proposito non si può dare un fondato "parere o consulto giuridico" senza disporre delle "parole precise" del fidecommesso o, meglio ancora, di tutto il "tenore del testamento". |
Fonte o bibliografia |
Piacenza, Biblioteca Comunale Passerini-Landi, Pallastrelli 83, ff. 388v-389r, ed. in Luca Ceriotti, "Mi favorisca in tutto questo del suo parere": lettere di Pietro Maria Campi a Vincenzo Sgualdi, "Bollettino storico piacentino", CVII, 2012, pp. 231-232 |
Compilatore |
Ceriotti Luca |
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