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Mittente |
Campi Pietro Maria |
Destinatario |
Sgualdi Vincenzo |
Data |
25/5/1630 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Arezzo |
Incipit |
Quel che accennai in nube della canonizatione |
Contenuto e note |
Ritiene di potere ora meglio spiegare, pur pregando di continuare a mantenere completo riserbo in argomento, quanto già da lui vagamente accennato circa tre mesi prima [in lettera del 16 febbraio 1630]. Aveva allora inteso da un porporato molto vicino al pontefice [Urbano VIII, Maffeo Barberini] l'intenzione del papa di procedere, e a proprie spese, alla canonizzazione di Pio V e forse, insieme a lui, anche di Gregorio X, che sarebbero stati così i primi due santi a essere canonizzati con rito solenne. Campi, sorpreso dal fatto che le premure nei confronti di Pio V avessero superato quelle verso Gregorio X, al fine di conservare la precedenza dell'auspicato santo piacentino era ricorso per lettere, e per il tramite dei rispettivi confessori, all'autorevolezza di influenti personaggi [supposti, per ragioni geopolitiche, interessati alla promozione alla santità di Gregorio X], e cioè all'elettore di Colonia e vescovo di Liegi [Ferdinando di Wittelsbach] pregandolo anche di intercedere presso il fratello elettore di Baviera [Massimiliano I di Wittelsbach] e l'imperatore [Ferdinando II d'Asburgo], al re di Francia [Luigi XIII] e al cardinale nunzio di Lione [Alphonse-Louis du Plessis de Richelieu], invitandolo "a muovere anche il signor cardinale Riceleu suo fratello [Armand-Jean du Plessis de Richelieu]". Ha già ricevuto risposte dagli elettori di Colonia e di Baviera. In ogni caso, la canonizzazione deve necessariamente essere preceduta dalla beatificazione. La prassi è che, dopo essere stata ottenuta dalla Congregazione dei Riti "per qualche beato la dichiaratione de' miracoli e il decreto della messa et officio, se ne celebri prima in Roma solamente la solenne festa della beatificatione". Così è accaduto di recente, per esempio, per Maddalena de' Pazzi e per i "vintisei martiri dell'Indie", per Rita da Cascia e per il "Caetano fondatore de' teatini [Gian Pietro Carafa, papa col nome di Paolo IV]". Tutto ciò comporta spese non irrisorie, alle quali comunque non si può, né si dovrebbe "sfuggire", sebbene siano da stimare in non meno di 300 scudi, "per le molte pitture e quadri, che ci vanno, della vita e miracoli del beato", da apporre "intorno alla chiesa" e sull'altare maggiore, per la cera, per la musica "di quattro chori almeno", per i palchi, per i "festaroli che apparano e disparano la chiesa" e per tutto quanto può servire a una cerimonia che prevede la presenza del pontefice e di numerosissimi cardinali. Chiede consiglio a Sgualdi su come reperire una tale somma, stanti anche le "occorrenti angustie et afflitioni" che si sono abbattute su Piacenza, e domanda se sia il caso di chiedere un contributo anche alle autorità aretine. |
Fonte o bibliografia |
Piacenza, Biblioteca Comunale Passerini-Landi, Pallastrelli 83, ff. 385v-386v, ed. in Luca Ceriotti, "Mi favorisca in tutto questo del suo parere": lettere di Pietro Maria Campi a Vincenzo Sgualdi, "Bollettino storico piacentino", CVII, 2012, pp. 229-230 |
Compilatore |
Ceriotti Luca |
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