Mittente D'Alessandro Giovan Pietro Destinatario Chigi Fabio
Data 6/11/1635 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Galatone Luogo di arrivo
Incipit Bastava a me et a mio sommo honore recava
Contenuto e note D'Alessandro elogia i versi composti da Chigi intorno alla "peste divoratrice quasi di città intere d'Italia", paragonandoli a quelli speculari di Lucrezio ['De rerum natura' VI, 1136 sgg.] e Ovidio ['Metamorfosi', VII 523 sgg.], sebbene questi avessero imitato Omero e Tucidide. Definitosi un "novello Harpocrate" si sottopone interamente alla volontà del Chigi. Rammenta di avergli spedito un "panegirico in lode" del cardinal [Francesco Maria] Brancaccio ['Roma', Lecce, Micheli, 1635], mentre ora gli invia un "discorso poetico" ['Discorsi intorno al Tancredi, poema eroico', Lecce, Micheli, 1634] sopra il 'Tancredi' [Lecce, Micheli, 1632] di un "gentil'huomo leccese" [Ascanio Grandi], contro il quale si erano scagliati con critiche e censure diversi letterati.
Fonte o bibliografia Vittorio Zacchino, Giovan Pietro D'Alessandro letterato galatonese del Seicento, "Archivio storico pugliese", XXIX, 1976, pp. 183-239, pp. 228.
Compilatore Riga Pietro Giulio
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