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Mittente |
Scoto Lorenzo |
Destinatario |
Aprosio Angelico |
Data |
6/4/1661 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Torino |
Luogo di arrivo |
Ventimiglia |
Incipit |
La continuatione del mio male, m'ha reso contumace |
Contenuto e note |
La malattia di Scoto non gli ha permesso di rispondere alla lettera di Aprosio del 10 dicembre [1660]; lo ringrazia e si augura di poter leggere il Veratro se un amico di Genova lo invierà insieme ad altri libri. Ha ricevuto con la lettera i fili che segnano la misura del ritratto che l'Aprosio gli ha chiesto per metterlo nell'Aprosiana; si farà dipingere a olio traendolo da quello fatto a Torino da Luca di Lorena [Luc Dameret, detto anche Monsieur Luca]; ma non li ha ancora consegnati, perché il ritratto originale è ancora presso l'intagliatore di Fiandra Tornasen [Johann Jakob Thourneysen] per farne un rame. Invierà il ritratto, o se morirà lo farà il suo erede. Risponde poi alla lettera del 22 marzo 1661, dicendo che se riuscirà a riordinare le sue scritture potrà trarne le notizie che Aprosio gli ha chiesto; intanto gliene allega una parte in un foglietto [non conservato]. Ha chiesto risposta per l'Aprosio all'abate [Valeriano] Castiglione, il quale dice che per rispondere occorre tempo; l'abate [Emanuele] Tesauro sino a quattro giorni prima non aveva ricevuto lettere di Aprosio: infatti è stato molto tempo con lo Scoto nella sua stanza per vedere le figure istoriate nei dodici volumi di Ulisse Aldrovandi e nei tre volumi di Conrad Gesner, legati di recente. |
Fonte o bibliografia |
Genova, Biblioteca Universitaria, ms. E.VI.5, Scoto Lorenzo |
Compilatore |
Carminati Clizia |
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