Mittente Borsieri Girolamo Destinatario Mazenta Guido
Data 1611 Tipo data congetturale
Luogo di partenza Milano Luogo di arrivo Venezia
Incipit Sono in Milano, però scontento per non v'esser meco il nostro dottor Capriolo
Contenuto e note Borsieri si duole con Guido Mazenta dell'assenza da Milano di [Ettore] Capriolo, ora a Napoli, forse su richiesta del Vicerè. Descrive le scuole gesuitiche di Brera, rammaricandosi della perdita di Cesare Isnarsi, suo antico maestro di retorica. Borsieri racconta al Mazenta come passa le sue giornate a Milano, nel "veder anticaglie" a lui recapitate in abbondanza dopo la morte del Duca di Escalona [Juan Gaspar Fernandez V Pacheco?, che tuttavia muore nel 1615] e la ''caduta'' del Terzago [Lucilio?] e ammirando le pitture di Gaudenzio [Ferrari], ''Lovino'' [Aurelio o Bernardino Luini?], Lanino [Bernardino] e Marco d'Oggiono, l'opera di Raffaello [la Sacra Famiglia] e quella di Leonardo da Vinci nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie [l'Ultima Cena]. Borsieri poi espone al suo corrispondente le sue preoccupazioni riguardo le sorti dell'Accademia [dell'Aurora] dal momento che [Giovan Battista] Galliani si è reso responsabile di un omicidio "accidentale" ed è stato costretto a rifugiarsi a Crema. In conseguenza di ciò, avvisa Borsieri, il cardinale [Federico Borromeo] ha intenzione di acquistare gli edifici adiacenti alla Biblioteca Ambrosiana per costituire un'accademia e ha già comprato "molte tavole d'ottime mani". [La copia d'autore della missiva si conserva in Como, Biblioteca Comunale, ms Sup. 3.2.43, pp. 131-132; Caramel data la lettera ai primi mesi del 1611]
Fonte o bibliografia Luciano Caramel, Arte e artisti nell'epistolario di Girolamo Borsieri, in Contributi dell'Istituto di Storia dell'arte medioevale e moderna, Milano, Vita e Pensiero, vol. I, 1966, pp. 121-122.
Compilatore de Liso Alessandra
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