Mittente Castellini Giovanni Zaratino Destinatario Cittadini Camillo
Data 12/1/1610 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Faenza Luogo di arrivo Roma
Incipit L'improvvisa e subita cattura del Marino
Contenuto e note Gli sembra incredibile che Giovan Battista Marino sia stato catturato a Ferrara, perché intorno alle feste di Natale [1609] era a Bologna, dove ha confidato a un amico di voler partire per Torino. Alcuni dicono che sia stato preso altrove, ma di certo è alle strette, e l'ordine espresso che gli sia tagliata la testa presuppone grave delitto, probabilmente di natura letteraria. L'Inquisizione lo vuole a Roma prima di eseguirne la condanna capitale, il che è meglio per lui. Le imputazioni presso l'Inquisizione devono essere quelle cui lo stesso Marino allude nella lettera a Carlo Emanuele di Savoia ['Ragguaglio'] sull'attentato di Gasparo Murtola, dove loda sé stesso e biasima il Murtola, dicendo di aver ottenuto il cavalierato per giustizia e non per grazia, e di essere nobile di Seggio, quando invece è di Nido. In quella lettera parla di sonetti osceni e di mescolanza tra cose sacre e profane, dicendo che non sono suoi e che sono stati tratti da Pietro Aretino e da Niccolò Franco. Ma quell'autodifesa non gli giova, sebbene si vanti di essere a mezzo tra Ariosto e Tasso, e dica che se il Petrarca tornasse in vita lo imiterebbe. Una cosa gli mancava per essere pari a Petrarca: di essere inquisito come Petrarca lo era da frate Marco [da] Solipodio: e l'ha ottenuto. In realtà Marino è ladro e imitatore e le sue poesie sembrano un Digesto di poesie vecchie. Come dice Quintiliano, l'imitazione non basta. Nel 'Ragguaglio' presenta al duca 32 sonetti contro il Murtola ['Murtoleide'], dichiarandoli per suoi, e anche in quelli mescola il sacro e profano. Castellini cita ad verbum il settimo, il quindicesimo, il sedicesimo, il diciottesimo, il diciannovesimo, il ventottesimo, il trentesimo, ove vengono citati Dio, i santi, la Vergine, il profeta Balaam, San Giuseppe, San Marco. Inoltre è nefando il sonetto per Lelio Cavaliere. Insomma, se il Marino ha preso l'abito a Torino, a Roma prenderà l'abitello dell'Inquisizione.
Fonte o bibliografia Giorgio Fulco, Contributi mariniani (studi e documenti inediti), "Filologia e Critica", XXXV, 2010, pp. 384-389
Compilatore Carminati Clizia
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