Mittente Castellini Giovanni Zaratino Destinatario Cittadini Camillo
Data 16/7/1609 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Faenza Luogo di arrivo Roma
Incipit Quello che Vostra Signoria farà circa il negotio
Contenuto e note A Ravenna si è festeggiata pubblicamente la conferma del legato pontificio [Bonifacio Caetani]. Castellini è addolorato per la disgrazia di Gasparo Murtola, che è in prigione, ha perso i suoi protettori e rimane offeso da Giovan Battista Marino. Il Marino ha scritto e diffuso un memoriale al duca Carlo Emanuele di Savoia ['Ragguaglio'], e se il duca l'avesse letto avrebbe certamente liberato il Murtola dalla prigionia, per misericordia, perché nella lettera il Marino, con il pretesto di difendersi, insulta il Murtola e compromette l'onore delle sue sorelle. Nel memoriale Marino nega di aver composto sonetti osceni, e ne cita uno composto contro "il P. Prefetto del Collegio", dicendo che tali sonetti sono stati tratti da Pietro Aretino e Niccolò Franco; ma così facendo mostra di aver imitato quegli autori, perché in Toscana, Romagna e a Bologna ha detto che quei sonetti sono suoi, li ha recitati e diffusi in copia. Nel memoriale nega di aver offeso l'onore dei familiari di Murtola, ma nei sonetti ['Murtoleide'] che invia insieme a quella lettera al duca ne insulta il padre nella fischiata 26, e la sorella nella fischiata 22. Dunque ha dato motivo al Murtola di tirargli un'archibugiata. Inoltre il sapere di Marino in materia di grammatica volgare è noto da una lezione che fece nell'Accademia Romana [Accademia degli Umoristi?], e nello stesso memoriale censura il Murtola proprio su questioni di grammatica e di lingua, a proposito di una canzone già stampata e piena di errori. In una prossima lettera parlerà di Alessandro Tassoni, intanto se il Cittadini vuole potrà mandargli "i suoi avvertimenti".
Fonte o bibliografia Giorgio Fulco, Contributi mariniani (studi e documenti inediti), "Filologia e Critica", XXXV, 2010, pp. 382-384
Compilatore Carminati Clizia
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