Mittente Quattromani Sertorio Destinatario della Valle Fabrizio
Data 7/3/1593 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Napoli Luogo di arrivo Roma
Incipit Vostra Signoria ha il torto grande a dolersi di me
Contenuto e note Quattromani nega di tenere in poca considerazione le lettere di Fabrizio e del Signor Eginio [sic, probabilmente refuso per Egidio, ossia Giovanni Vincenzo Egidi] in quanto prova profonda affezione nei loro confronti, tuttavia scrive di non sentirsi in animo di procurare la rovina del Signor Mattia [Romani] come chiedono Fabrizio e Egidio, poiché questi gli è amico da lungo tempo. Dice poi di aver parlato con la Duchessa [di Nocera, Giovanna] di ciò che il della Valle gli scrive. Sertorio riferisce in discorso diretto il dialogo tra lui e la Duchessa: ella dà una giustificazione scherzosa del perché non scrive lettere a Fabrizio, e aggiunge che vuole tenerlo un po' sulle spine non scrivendogli, ma che poi finalmente gli scriverà e gli rivelerà lo scherzo. Quattromani ha letto con soddisfazione che Fulvio Orsini ha tradotto Dionisio [nella lettera del 17 dicembre 1592 Quattromani chiedeva allo stesso Fabrizio di procurargli una traduzione di Dionisio Longino. La trad. in latino di Longino compiuta da Fulvio Orsini è conservata nel ms. Vat. lat. 3441] ed è soprattutto per questo motivo che si recherà a Roma. Scrive quindi di avere molto apprezzato i ragionamenti fatti dal Signor Vecchietti [Giovanni Battista] con il "Signor Cardinal di Como" [Tolomeo Gallio]. In chiusura afferma di essere molto grato al Vecchietti per la buona opinione che ha di lui e ricorda che questi è uomo di "giudicio grande", allievo di Pietro Bembo e di Paolo Giovio.
Fonte o bibliografia Lettere di Sertorio Quattromani gentil'huomo e academico cosentino divise in due libri e la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del medesimo autore, a cura di Francesco Antonio Rossi, Napoli, Per Lazzaro Scoriggio, 1624, pp. 89-91.
Compilatore Premi Nicolò
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