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Mittente |
Quattromani Sertorio |
Destinatario |
Bilotta Vincenzo |
Data |
6/8/1598 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Napoli |
Luogo di arrivo |
Benevento |
Incipit |
L'amorevolissima lettera di Vostra Signoria e le tante cose di zucchero |
Contenuto e note |
Il Quattromani ringrazia Vincenzo Bilotta per la sua lettera e si lamenta della sua lontananza, che affligge anche "il Pascale" [Scipione Pascali, vescovo di Casale], il "Signor Rossi" [Francesco Antonio], e "il tradottore delle Poetiche" [probabilmente lo stesso Quattromani traduttore, in verso e in prosa, della 'Poetica' di Orazio]. Il Quattromani discute poi di alcune composizioni poetiche amate dal destinatario. Dal sonetto di [Giovanni Della] Casa 'Già nel mio duol non pote Amor quetarmi' ['Rime', XXI] si può comprendere come il buon poeta non si veda dai contenuti ma dall'abilità di esporli. La canzone di Pietro Bembo 'Ben ho da maledir l'empio signore' ['Rime', LV] è costruita su imitazione di Francesco Petrarca ('Mai non vo' più cantar come io soleva' ['Rerum vulgarium fragmenta', CV]) ma quella del Bembo "è migliore assai, et più poetica, et più grave, et degna di essere imitata". Il Quattromani spiega dunque al destinatario la canzone del Petrarca, della quale offre una puntuale parafrasi. |
Fonte o bibliografia |
Lettere di Sertorio Quattromani gentil'huomo e accademico cosentino divise in due libri e la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del medesimo autore, a cura di Francesco Antonio Rossi, Napoli, Per Lazzaro Scoriggio, 1624, pp. 55-59 |
Compilatore |
Rossini Francesco |
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