Mittente Quattromani Sertorio Destinatario Domenichi Valerio
Data 29/4/1562 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Roma Luogo di arrivo Venezia
Incipit Un dì dopo, che io risposi alla lettera di Vostra Signoria
Contenuto e note Quattromani dice di aver ricevuto per mano "del nostro Fulgentio" [?] la lettera che Valerio Domenichi gli aveva inviato con allegato il poema di un suo compare [ignoti sia il poema sia il "compare"] che sarebbe stato dedicato a un personaggio dotto e importante. Sertorio commenta il componimento del compare del Domenichi dando una vera e propria lezione di poetica e di retorica. Dopo aver citato due esempi tratti rispettivamente dal primo libro dell''Iliade' e da Terenzio ['Eunuchus', III, scena 1, 432] per dimostrare come talvolta degli errori, se usati con cognizione di causa, "diventano virtù", Quattromani parla della necessità della presenza della "traslatione" [qui nel senso di metafora] in un testo poetico: le metafore secondo Sertorio devono riguardare il sostantivo ("nome che per sé sta"), l'aggettivo, il verbo e l'avverbio e per ciascuna di queste parti del discorso cita un verso del 'Canzoniere' di Petrarca in cui compare una metafora; nell'ordine: CXXVIII, 17-18; CCCIV, 13-14; IX, 4; CCLXIV, 127; CXVIII, 9. Invita poi l'autore del componimento a usare una serie di strumenti retorici (anche per ciascuno di questi Sertorio cita un esempio tratto dal 'Canzoniere' di Petrarca): la perifrasi (IX, 1-2 e IV, 1-2), la spiegazione delle "cose insensate" (CLXXX, 1-2 e LXXIII, 91-92), i contrasti (XXI, 4 e CCXC, 4), la conformità dello stile con l'argomento (CXXXIII, 9-11 e CCLXIX, 13-14), le forme della metonimia, ossia la cosa che contiene per la contenuta (XXVIII, 29-30), la causa per l'effetto (LXXII, 58-59), l'effetto per la causa (CCCXXXVIII, 14; LXXIII, 58 e XXXV, 4), la materia per la forma (CCLXII, 10-11), il sostantivo in luogo dell'aggettivo (CLXXVI, 2), l'aggettivo con valore di relazione ("con forza di verbo") (CCCXLIII, 14), il nome per l'avverbio (CLIX, 14). In conclusione, Quattromani pone fine alla sua lunga "digressione" e saluta l'amico. [Questa lettera fu raccolta nel 1855 da Pietro Fanfani nella sua antologia di 'Lettere precettive di eccellenti scrittori', Firenze, Barbèra Bianchi e Comp., 1855].
Fonte o bibliografia Lettere di Sertorio Quattromani gentil'huomo e academico cosentino divise in due libri e la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del medesimo autore, a cura di Francesco Antonio Rossi, Napoli, Per Lazzaro Scoriggio, 1624, pp. 52-55.
Compilatore Premi Nicolò
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