Mittente Quattromani Sertorio Destinatario Marta Orazio
Data 7/9/1595 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Cosenza Luogo di arrivo Napoli
Incipit Mando a Vostra Signoria la dichiaratione del rimanente
Contenuto e note Quattromani dice di inviare a Orazio Marta il resto delle spiegazioni di Dante che gli ha richiesto il mese precedente [in una lettera a Francesco Antonio d'Amico dell'8 marzo 1603 Sertorio parla di una "cosuccia di Dante" da lui scritta, forse un'operetta che raccoglie le annotazioni a Dante del Quattromani. Quattromani scrisse effettivamente, secondo varie fonti, una 'Dichiarazione di alcune voci di Dante' e una 'Sposizione di Dante', che Matteo Egizio suppone fossero una cosa sola; cfr. 'Di Sertorio Quattromani gentiluomo e accademico cosentino', Napoli, 1714, ma si tratta di opere perdute]. Quanto all''Inferno', Sertorio spiega il verso "Io pur sorrisi come l'huom, ch'ammicca" [in realtà 'Purgatorio', XXI, 109] e propone un confronto con due versi di Catullo ['Liber', LXI, 219-220]. Spiega poi il verso "Benedetta colei, che in te s'incinse" ['Inferno', VIII, 45] confrontandolo con un'espressione latina. Quanto al 'Purgatorio' spiega i versi "Perché la veggio nel verace speglio, / che fa di sé pareglio l'altre cose" [in realtà 'Paradiso', XXVI, 106-107] e cita per un confronto Aristotele, 'Metereologica' [III, 2, 372a e 6, 377a-378a]. Spiega quindi 'Purgatorio', XXXI, 132. Sertorio prosegue spiegando 'Purgatorio', XXX, 142-145, versi ripresi dal Casa ['Galateo', XXI]. Spiega poi 'Purgatorio', III, 129 confrontandolo con un passo di Giovanni Villani ['Nuova cronica', VIII, 9]. Per spiegare 'Paradiso', XXI, 84 cita una glossa di Jacopo Alighieri. Quanto al 'Paradiso' spiega il verso XII, 87 confrontandolo con la terzina 'Purgatorio', XXX, 118-120. Spiega infine il verso "Mi misi appresso il suo pueril coto" ('Paradiso', III, 26). Alla fine della lettera Quattromani commenta il componimento inviatogli precedentemente dal Marta: propone confronti lessicali tra i versi della canzone (che risulta essere di un non meglio specificato amico del Marta) e la lingua di Tasso, Petrarca (di cui cita 'Rerum vulgarium fragmenta', CCCXLIII, 14), Bembo (di cui cita 'Rime', CLXII, 52 e CXLIX, 4) e Casa. Sertorio segnala poi un'irregolarità nel computo metrico di molti versi della canzone e cita 'Inferno', XXXI, 19 che presenta lo stesso problema: per questo invita l'amico del Marta a rivedere il suo testo. In chiusura, Sertorio saluta anche Giovanni Vincenzo [Egidio].
Fonte o bibliografia Lettere di Sertorio Quattromani gentil'huomo e academico cosentino divise in due libri e la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del medesimo autore, a cura di Francesco Antonio Rossi, Napoli, Per Lazzaro Scoriggio, 1624, pp. 36-39.
Compilatore Premi Nicolò
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