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Mittente |
Quattromani Sertorio |
Destinatario |
Egidio Giovanni Vincenzo |
Data |
9/5/1598 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Cosenza |
Luogo di arrivo |
Napoli |
Incipit |
La lettera di Vostra Signoria non mi fu renduta prima di hieri |
Contenuto e note |
Quattromani, rispondendo a una precedente richiesta di Giovanni Vincenzo Egidio, gli spiega il senso dell'ultima terzina del sonetto di Petrarca 'Come il candido piè per l'erba fresca': spiega in particolare il motivo per cui il poeta si paragona a una nottola. Sertorio ragiona sulla simbologia dell'animale e propone varie parafrasi. Cita poi altri due sonetti di Petrarca, 'Non da l'Hispano Hibero a l'Indo Idaspe' e 'Invide Parche, sì repente il fuso', e, sempre su richiesta dell'Egidio, discute una questione relativa alle Parche citando un passo di Terenzio per un confronto retorico. Cita poi un altro sonetto petrarchesco, 'Se mai foco per foco non si spense', per spiegarne una questione grammaticale relativa al valore di dativo del sintagma "al quale": per un confronto fa riferimento a un verso dell'ode oraziana I, 5 e a un passo del 'Decameron'. Infine chiarisce il senso dell'espressione "sfrenato obbietto" al penultimo verso del medesimo sonetto. |
Fonte o bibliografia |
Lettere di Sertorio Quattromani gentil'huomo e academico cosentino divise in due libri e la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del medesimo autore, a cura di Francesco Antonio Rossi, Napoli, Per Lazzaro Scoriggio, 1624, pp. 32-35. |
Compilatore |
Premi Nicolò |
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