Mittente Quattromani Sertorio Destinatario Torelli Giulio Cesare
Data 2/3/1600 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Cosenza Luogo di arrivo Napoli
Incipit Ho veduto il secondo sonetto di Vostra Signoria
Contenuto e note Quattromani afferma di avere letto il "secondo sonetto" [di difficile identificazione] di Giulio Cesare Torelli e di averlo molto apprezzato [lo paragona infatti ai migliori sonetti del Petrarca e del Casa]; pertanto glielo rispedisce senza correzioni. In secondo luogo Quattromani, rispondendo a un desiderio espressogli precedentemente dal Torelli, discute alcune varianti errate da emendare nelle lezioni del Petrarca: al verso "Et vidi a qual servigio, e a qual morte" del 'Triumphus cupidinis' si deve leggere "servagio" (voce nobile usata anche dal Villani) e non "servigio"; nel medesimo Trionfo al verso "Odi poi lamentar fra l'altre meste / Enone di Paris" si deve leggere "Enone del suo Pari"; nel 'Triumphus pudicitie' i versi "Che sbigottisce, e duolsi accolto in atto / Che vergogna con man dagli occhi forba" sono da leggersi "che sbigottisce, e duolsi, o colto in atto etc. forba vergogna", e Sertorio cita un passo della 'Vita nova' di Dante Alighieri per spiegare questi ultimi versi del Petrarca. In conclusione Quattromani informa Torelli che i parenti di Madonna Stefana [di difficile identificazione] sono molto preoccupati perché la credono morta per via del suo silenzio, pertanto chiede sue notizie.
Fonte o bibliografia Lettere di Sertorio Quattromani gentil'huomo e academico cosentino divise in due libri e la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del medesimo autore, a cura di Francesco Antonio Rossi, Napoli, Per Lazzaro Scoriggio, 1624, pp. 29-30
Compilatore Premi Nicolò
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