Mittente Quattromani Sertorio Destinatario Barone Francesco
Data 24/11/1601 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Cosenza Luogo di arrivo Tropea
Incipit La Fenice del Telesio è una delle più belle compositioni
Contenuto e note Quattromani esprime il suo giudizio positivo sulla 'Fenice' di [Antonio] Telesio [si tratta del 'Phoenix', opera inedita perduta, la traduzione della quale Francesco Barone gli aveva inviato, come risulta da una precedente lettera del Quattromani al Barone (del 18 maggio 1601, cfr. 'Lettere di Sertorio Quattromani', a cura di Francesco Antonio Rossi, Napoli, 1624, p. 17)] e si complimenta con Barone per il suo "giudicio grande" sulle cose della poesia. Ora Sertorio invia a Francesco un altro poema del Telesio intitolato 'Orpheus' [figura in Antonio Telesio, 'Carmina et epistolae quae ab editione Neapolitana exulant', Neapoli, ex Typographia Regia, 1808] perché possa giudicarlo. Il Quattromani sottopone poi al Barone una serie di giudizi su diversi componimenti poetici perché questi possa esprimere a sua volta un parere: il sonetto di Pietro Bembo 'Da torvi agli occhi miei se a voi diede ale' gli pare piuttosto "basso", mentre due sonetti di Giovanni della Casa sopra lo stesso soggetto, 'Già non potrete voi per fuggir lunge' e 'Quella che lieta dal mortal mio duolo', gli paiono meravigliosi; il sonetto di Petrarca 'Sì come eterna vita è veder Dio' gli pare "basso" mentre il sonetto del Bembo "fatto a gara di questo", 'L'alta cagion che da principio diede', gli sembra di molto migliore; il sonetto del Casa a Tiziano ['Ben veggo io, Tiziano, in forme nove'] gli pare migliore di quello del Bembo 'O immagine mia celeste e pura' e dei sonetti di Petrarca a Simone [Martini]; il sonetto del Bembo 'Lasso me che ad un tempo e taccio e grido' che imita il sonetto petrarchesco 'Pace non trovo e non ho da far guerra' è migliore di quello del Petrarca, e anche il Casa scrisse il sonetto 'Quella che del mio mal cura non prende' a imitazione dei primi due; la prima terzina di 'Rvf', 338 è superata in qualità dalla prima terzina del sonetto 110 delle 'Rime' del Bembo. Quattromani infine afferma di mandare al Barone tutti questi giudizi per intrattenerlo e alleggerire i suoi affanni dovuti alla lontanza da sua madre, dai parenti e dagli amici: lo invita quindi a non augurarsi la morte.
Fonte o bibliografia Lettere di Sertorio Quattromani gentil'huomo e academico cosentino divise in due libri e la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del medesimo autore, a cura di Francesco Antonio Rossi, Napoli, Per Lazzaro Scoriggio, 1624, pp. 20-22.
Compilatore Premi Nicolò
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